L’oroscopo e la sua storia
di Ugo Cirilli
Gli oroscopi accompagnano la storia dell’umanità da tempi davvero remoti e continuano a essere diffusissimi, nei nostri ipertecnologici anni duemila, incontrando sia sostenitori che detrattori.
La credenza secondo cui la posizione degli astri influenzerebbe l’essere umano affascina, anche se mancano evidenze scientifiche a supporto, come spiegato dal CICAP (organizzazione senza fini di lucro che indaga scientificamente le tematiche del paranormale e le pseudoscienze).
Che si sia fan dell’oroscopo o scettici, la sua storia può comunque affascinare: in fondo, ciò che ci racconta è il tentativo umano di prevedere il futuro e di non lasciarsi travolgere dagli eventi.
Qualche millennio or sono…
Le prime tracce dell’astrologia risalgono all’antica civiltà babilonese.
Nel documento chiamato “I giorni di Anu ed Enlil”, risalente probabilmente al XVII sec. a. C., sono state decifrate nozioni astrologiche basate, ad esempio, sugli spostamenti del pianeta Venere.
Nel tempo, l’idea di fare previsioni studiando un presunto legame tra gli astri e la vita umana si diffuse in culture diverse e nel III secolo a. C. venne assimilata anche dai Greci.
La cultura ellenica, come è noto, influenzò gli antichi Romani, che conobbero così anche l’astrologia. Questa dottrina affascinò i ceti popolari ma, proprio come accade oggi, si diffuse anche un certo scetticismo sul rischio di affidarsi ciecamente alle sue predizioni.
Tuttavia, la cultura astrologica sopravvisse con una certa importanza in Occidente, anche nei millenni d.C.. A colpirla duramente fu Copernico: se la Terra girava attorno al Sole, allora i calcoli e le interpretazioni sulla posizione degli astri andavano rivisti!
L’astrologia però ha resistito anche a questo “shock”. In Occidente è tuttora basata sullo Zodiaco, una rappresentazione antichissima della volta celeste attorno all’eclittica, cioè il percorso apparente del Sole, suddivisa in dodici sezioni.
Questa raffigurazione proviene dalla cultura babilonese; è ovviamente adattata alla scoperta del moto della Terra attorno al Sole. La posizione dei corpi celesti in una delle dodici sezioni, al momento della nascita di una persona, è tuttora utilizzata per determinare il suo segno zodiacale.
Da cosa nasce il successo degli oroscopi?
Come abbiamo visto, oggi la comunità scientifica afferma di non aver trovato prove concrete della fondatezza delle teorie astrologiche. Tuttavia, continuano ad affascinare milioni di persone nel mondo, trovando spazio anche nelle rubriche di affermate testate giornalistiche cartacee e web.
La ragione di tale successo, davvero a prova di…secoli, potrebbe risiedere proprio nell’umano desiderio di sottrarsi all’incertezza. E in un interessante fenomeno chiamato “effetto Forer”, dal nome del suo scopritore.
Secondo lo psicologo Bertram R. Forer, il nostro desiderio di inquadrarci, di conoscerci e dire “questo sono io”, può portarci a credere a un profilo psicologico elaborato su di noi da qualcun altro.
Per verificare la sua ipotesi, nel 1948 lo psicologo fece compilare ai suoi studenti un test di personalità. Al termine, consegnò a ognuno una descrizione dicendo che si trattava del profilo di personalità risultato dal test.
In realtà, tutti gli allievi ricevettero lo stesso identico testo, ispirato ai consigli di una rivista di astrologia e completamente scollegato dalle risposte date.
La maggior parte degli studenti si disse d’accordo con la descrizione di sé che aveva letto, prima di scoprire la verità. Le frasi erano piuttosto generiche e molti potevano identificarvisi; inoltre, in alcuni punti davano un ritratto abbastanza lusinghiero della persona. Ad esempio, si leggevano parole come “Hai bisogno di essere apprezzato (…) ma tendi a essere autocritico”, “A volte sei estroverso (…) altre volte introverso”, “Hai molte capacità ancora inutilizzate”.
Secondo Forer, questa tendenza spiegherebbe il fascino e il successo dell’oroscopo: i consigli e le descrizioni, generiche e connotate da elementi spesso positivi, porterebbero facilmente a un’identificazione.
Questo giudizio critico sicuramente non incontrerà i favori degli appassionati di oroscopi. Tuttavia, se anche la situazione fosse quella ipotizzata da Forer, le profezie che li appassionano potrebbero comunque sortire un effetto positivo.
Secondo gli studi di un altro psicologo, Richard Wiseman, le persone che si sentono fortunate a volte ottengono davvero più successo di chi si crede sfortunato. Questo dipenderebbe dal loro atteggiamento soddisfatto e positivo, che le porta a impegnarsi con ottimismo nella vita.
È possibile quindi che qualcuno, leggendo un oroscopo favorevole che solleva l’umore, entri inconsapevolmente in questa…profezia autoavverante!