Gli animali della fattoria
di Ugo Cirilli
L’agricoltura e l’allevamento esercitano oggi un rinnovato fascino sui giovani: molti si lanciano nell’apertura di nuove attività in questi settori. E pensare che anni fa sembrava che i mestieri del futuro sarebbero stati dominati dall’informatica e dall’hi-tech, in un lento tramonto delle attività tradizionali!
Molti dei nuovi “imprenditori della campagna” sviluppano le proprie aziende in maniera creativa, con declinazioni nuove. Tra queste, le esperienze didattiche in fattoria, che permettono ai bambini di conoscere da vicino animali un tempo importantissimi nella vita dell’Italia rurale. Animali che anche molti adulti, cresciuti in città, conoscono poco. Eccone cinque dei più diffusi, talvolta oggetto di pregiudizi.
La mucca
Il toro domestico e la sua femmina, ossia la mucca, hanno un antenato remoto: l’Uro, addomesticato dai nostri antenati già nel VI millennio a.C., in India e nel Caucaso. Sembra quindi che l’uomo si sia accorto molto presto della forza dei bovini e della possibilità di addomesticarli, impiegandoli come forza lavoro in agricoltura.
Le mucche producono in media dieci litri di latte al giorno, ma ne esistono esemplari che hanno raggiunto quantitativi record di 60-70 litri. Sono animali più intelligenti di quanto la loro apparenza oziosa lasci pensare: sembra che abbiano un’ottima memoria e che stringano forti legami madre-figlio e con esemplari della stessa mandria. Tra le varietà dall’aspetto più curioso, la “Highlander” scozzese dal lungo pelo rossiccio e e la “Longhorn” texana che, come il nome lascia intuire, ha corna particolarmente lunghe (anche oltre 1 metro).
L’ asino
Un tempo un animale fondamentale nella vita contadina di molte zone d’Italia, l’asino è stato ingiustamente associato a un’idea di ottusità. Il suo nome viene infatti utilizzato per apostrofare gli studenti dai pessimi risultati scolastici, o semplicemente fannulloni. Un’associazione del tutto ingiusta: oggi sappiamo che gli asini non sono affatto stupidi. Il fatto che a volte si “puntino” rifiutando di obbedire, nasce semplicemente dall’istinto: se ritengono un’azione rischiosa o inutile, è difficile smuoverli. Sono animali prudenti e attenti, capaci di riconoscere il padrone, ricordare percorsi anche lunghi e trasportare bagagli dimostrando pazienza e resistenza.
Oggi vengono impiegati anche nella onoterapia: più piccoli e miti dei cavalli, si prestano al contatto con persone con ritardo mentale, deficit visivi o motori, problematiche comportamentali.
La gallina
Ecco un altro animale apprezzatissimo dalla civiltà contadina e, allo stesso tempo, associato a un’idea di scarsa intelligenza.
Certo, osservando le galline razzolare pigramente nell’aia di una fattoria o nel pollaio per ore, non si ricava l’impressione di creature dalla mente molto attiva. Ma dobbiamo anche considerare che la loro vita è piuttosto routinaria. La situazione cambia se si cerca di stimolarne l’intelligenza con le giuste interazioni.
La biologa cinese Zhang Huating è riuscita ad addestrare alcune galline a eseguire una serie di prove piuttosto complesse: ad esempio giocare a bowling spingendo una pallina contro i birilli, compiere uno “slalom” tra alcuni paletti e salire su richiesta una scala, per far suonare una campana con il becco. Pensiamoci bene, allora, prima di dire “cervello di gallina” a qualcuno!
Il maiale
Come è facile capire dal suo aspetto, il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale. Il suo nome ha origine nella mitologia romana: veniva infatti offerto spesso come sacrificio a Maia, dea della fecondità.
Curiosamente, nonostante l’uso in cucina il maiale è considerato nell’immaginario comune un animale “sporco”, a causa della sua abitudine di rotolarsi nel fango. Questo comportamento, sorprendentemente, nasce invece da esigenze igieniche: serve a ripulirsi dai parassiti, oltre che a trovare sollievo dal caldo (i suini hanno capacità di sudorazione scarsa). Inoltre, è stato osservato che i maiali, così come i “parenti” cinghiali, se hanno spazio sufficiente tendono a selezionare una specifica zona come “toilette”, evitando di sporcare tutta l’area del recinto.
Ecco quindi un altro pregiudizio sfatato!
Il coniglio
Il coniglio è conosciuto per la sua rapidità: può infatti raggiungere velocità di oltre 50 km/h. La nota superstizione che vede nella sua zampa un amuleto potrebbe essere nata proprio dall’idea di scappare, simbolicamente, dalla sfortuna.
La sua alimentazione ideale è rappresentata dal fieno e dalla verdura fresca (meglio evitare la lattuga e limitare le famose carote, ricche di zuccheri). Prodotti lavorati come il pane e la pasta possono invece causargli seri problemi.
Considerato l’animale “pauroso” per eccellenza, il suo temperamento attento è frutto dell’evoluzione, che lo ha dotato anche di una vista straordinaria. Può spaziare con lo sguardo quasi fino a 360 gradi senza girare la testa, mettendo a fuoco possibili predatori da lontano. Tuttavia, non passa il tempo costantemente terrorizzato! Riesce a esprimere gioia con comportamenti buffi e divertenti, quali salti e corse scatenate.
L’indole docile lo ha reso popolare anche come “pet”: il coniglio nano, in particolare, è oggi uno degli animali domestici più diffusi.