Gli animali di montagna
di Ugo Cirilli
La montagna affascina molte persone con le sue vette innevate, i sentieri che si immergono nel verde, l’aria pura… qualcuno la vive però senza i nostri comfort: i tanti animali che la abitano, affrontando le difficoltà con i soli strumenti dell’istinto e di un organismo plasmato dall’evoluzione.
Alle altitudini più vertiginose troviamo specie che possono suscitare l’invidia degli scalatori più esperti. Animali abituati a muoversi su rocce ripide e scoscese con un’agilità che sorprende, grazie agli zoccoli e a una muscolatura scattante. Ne sono validi esempi il camoscio e lo stambecco. Il primo è perfettamente abituato all’aria rarefatta grazie ai suoi polmoni, particolarmente sviluppati. Anche il cuore è decisamente forte, mantiene una frequenza di duecento battiti al minuto e consente all’animale di salire ripidi pendii senza grandi sforzi. Lo stambecco è ancora più sorprendente per le sue abilità di “arrampicata”: viene spesso osservato mentre si muove lungo percorsi strettissimi, da brivido, o speroni rocciosi sospesi sul vuoto. Una capacità che inizia a manifestarsi già da neonato: dopo pochi minuti dalla nascita, il cucciolo riesce a stare in piedi e perfino a seguire la madre lungo ripide pareti.
Oltre i 2000 metri incontriamo anche le marmotte alpine, che scavano tane profonde fino a una decina di metri. Sono animali fortemente sociali, che vivono in gruppo anche per proteggersi dai pericoli. Quando un predatore appare nelle vicinanze, la marmotta “sentinella” emette un caratteristico fischio per invitare tutto il branco a nascondersi. In inverno questa specie va in letargo, rallentando fortemente il metabolismo per risparmiare energie.
Gli animali del bosco vivono in un ambiente meno brullo e impervio, ma non privo di difficoltà. Alcuni, come lo scoiattolo e il ghiro, si sono specializzati nella raccolta del cibo, che custodiscono nelle loro tane. Il primo nasconde le provviste non in un solo punto ma in vari “depositi”, che in genere riesce a ricordare e ritrovare benissimo. A volte dimentica qualche seme o frutto raccolto, contribuendo così alla moltiplicazione delle piante. Il ghiro affronta l’inverno con un letargo particolare: periodicamente si sveglia e mangia un po’ del cibo accumulato nella tana. Evita così di debilitarsi troppo.
Molto interessanti sono anche i rettili e gli uccelli che popolano le nostre montagne. Tra i primi troviamo ad esempio la vipera, con il suo veleno ad alta tossicità; è possibile distinguerla dalle inoffensive bisce perché ha tipicamente la testa triangolare e le pupille degli occhi verticali, che ricordano quelle del gatto. L’innocua salamandra pezzata, invece, non morde: ha semplicemente la pelle ricoperta di una particolare sostanza, che elimina i batteri e ha un effetto repellente per i predatori. Anche i suoi colori inusuali per i nostri boschi, nero e giallo vivace, servono ad avvertire gli altri animali: non si tratta di una specie commestibile!
Gli uccelli della montagna sono noti, soprattutto i temibili rapaci come l’aquila reale e il falco pellegrino, che è considerato l’animale più veloce in natura. Il suo volo può infatti raggiungere i 320 km/h, battendo un altro celebre velocista come il ghepardo. Questi uccelli riescono a individuare le prede anche da distanze notevoli, per poi lanciarsi all’attacco con rapidissime picchiate.
La predazione non è una caratteristica appartenente solo ai volatili montani, come tutti sanno: nei boschi si nascondono carnivori come il lupo grigio e l’orso bruno. Due animali temuti dall’uomo e, proprio per questo, vittime per tanto tempo di una caccia spietata, che ne ha messo a rischio la sopravvivenza. Un accanimento nato anche da una scarsa conoscenza della natura dei due animali: se è vero che possono predare le greggi, difficilmente tendono ad aggredire gli esseri umani, che preferiscono evitare. Può inoltre sorprendere sapere che la dieta dell’orso bruno è rappresentata fino al 90% da vegetali.
Il nostro viaggio alla scoperta degli animali di montagna potrebbe proseguire ancora, tra “cacciatori” come la volpe ed erbivori quali la lepre… tutte le specie montane riescono ad affascinarci, con la loro straordinaria capacità di adattamento. Rispettiamole e rispettiamo il loro habitat: non hanno certo bisogno di un’ulteriore minaccia chiamata uomo!