La tartaruga marina Caretta caretta, una grande nuotatrice in pericolo
di Ugo Cirilli
Osservando il regno animale non finiamo mai di sorprenderci: come una grande artista, la natura ha saputo plasmare un’infinità di forme, con creature adattate alla vita negli ambienti più svariati del pianeta Terra.
La Caretta caretta è un esempio straordinario: tutto, dalla sagoma allungata del suo carapace alla sua alimentazione varia, la rende perfetta per la vita nelle acque marine temperate. Nel Mediterraneo, non a caso, è la tartaruga di mare più diffusa.
Se il piccolo neonato misura solo 5 centimetri circa, l’esemplare adulto ha una lunghezza tra gli 80 e i 140 cm e un peso tra i 100 e i 160 kg: una stazza notevole che non gli impedisce di nuotare agilmente. Può infatti superare la velocità di 35 km/h, grazie alle robuste zampe anteriori che hanno assunto la forma di vere e proprie pinne. A rendere questa tartaruga ancora più adatta alla vita di mare è la sua capacità di rimanere in apnea: si stima possa trascorrervi circa venti minuti, anche se è solita respirare ogni 4 o 5 minuti.
Una capacità di orientamento eccezionale
Le Caretta caretta riescono a orientarsi in mare con precisione e addirittura a ritrovare la spiaggia in cui sono nate, anche dopo migrazioni che le hanno allontanate di migliaia di chilometri. Pare che questa facoltà sorprendente faccia la sua comparsa già alla nascita, raffinandosi poi nel tempo con gli spostamenti.
Nel periodo dell’accoppiamento la femmina fa riferimento proprio al luogo d’origine, un territorio conosciuto e sicuro dove tornerà per deporre le uova.
Una gourmet in pericolo
L’alimentazione di queste tartarughe è davvero varia, specchio del loro adattamento alla vita marina: dai molluschi ai crostacei, dai pesci alle meduse, senza disdegnare alghe e spugne poiché sono onnivore.
Gusti così vari purtroppo le mettono in pericolo: con l’inquinamento marino che raggiunge livelli sempre più preoccupanti, capita che gli animali si trovino circondati da sacchetti di plastica e altri rifiuti che possono mangiare, scambiandoli per una delle tante fonti di cibo.
In tal modo rischiano il soffocamento o, comunque, l’ingestione di sostanze tossiche per il loro organismo.
L’inquinamento non è l’unico fattore che rende la Caretta caretta una specie minacciata: anche la pesca rappresenta un serio pericolo, poiché molti esemplari ne rimangono accidentalmente vittime ogni anno.
A completare il quadro dei fattori di rischio, concorrono il transito delle imbarcazioni e la cementificazione dei litorali, che perdono le caratteristiche di habitat ideali in cui deporre le uova.
Così, nonostante sia diffusa in una gran varietà di territori, dall’Italia alla Grecia, dalla Tunisia al Libano, l’affascinante tartaruga marina rischia di scomparire dal Pianeta se non ci adopereremo assai per salvaguardarla.
Iniziative per la tutela
Fortunatamente, la sensibilità nei confronti di questa specie e, in genere, dell’ambiente sta crescendo. Diversi centri specializzati, anche in Italia, si occupano della tutela delle tartarughe marine con una varietà di attività: dalla cura e l’assistenza degli animali feriti al monitoraggio della deposizione delle uova, dalla sensibilizzazione dei pescatori e dei navigatori alla ricerca.
I risultati di tante attenzioni sono concreti e toccanti, spesso divulgati sui principali media: ad esempio, nel 2018 il Centro di Recupero Tartarughe Marine WWF di Lampedusa ha rimesso in libertà l’esemplare chiamato Homerus, reduce da un “ricovero” durato ben otto anni, seguito all’incidente con un motoscafo.
Nello stesso anno, sulla “spiaggia delle tartarughe” in Calabria, che accoglie oltre il 60% dei nidi italiani, si è verificato un evento davvero raro: la nascita di una tartaruga albina. La Regione Calabria dedica particolari attenzioni e progetti ad hoc alla salvaguardia delle Caretta caretta.
Navigando online è possibile consultare i siti web di varie realtà attive nella tutela, che in molti casi possono essere supportate anche a distanza tramite una donazione.
Grazie al nostro contributo, quindi, un esemplare potrebbe tornare a solcare i mari libero e felice!