29 luglio, Giornata mondiale della tigre
di Ugo Cirilli
Forte e rapida, la tigre è il più grande felino esistente nonché un predatore alfa, ossia all’apice della catena alimentare. Nessun animale selvatico, quindi, la minaccia.
A doversi preoccupare sono le sue prede come i cervi, i cinghiali, le scimmie e i tapiri. Le tigri cacciano solitamente di notte avvicinandosi furtivamente all’obiettivo, per poi scattare in corsa o balzare improvvisamente addosso alla vittima. Possono raggiungere una velocità tra 49 e 65 km/h e compiere salti fino a 10 m, nonostante il peso notevole: la tigre siberiana, la più grande, può superare i 300 kg. Questa sottospecie arriva a cacciare perfino gli orsi.
Con la sua temibile conformazione fisica, la tigre non correrebbe quindi pericoli in natura. Il pericolo è rappresentato invece da un animale più piccolo, un predatore a volte molto più avido: l’uomo.
A delineare il quadro della situazione è il sito web del WWF. Se all’inizio del secolo scorso si contavano circa 100.000 tigri libere allo stato naturale, nel 2016 il loro numero era stimato in soli 3980 esemplari, suddivisi in 13 Paesi (India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, Cina, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Cambogia, Laos e Vietnam). La popolazione si è ridotta del 97% nell’arco di un secolo.
I pericoli che minacciano la tigre
Quali sono le cause di questo declino? Il bracconaggio, ad esempio. Nella medicina tradizionale cinese, praticata anche in Vietnam, Cambogia e Laos, parti della tigre (come le ossa e alcuni organi) vengono utilizzate per realizzare prodotti, nonostante questo mercato sia illegale. Anche la pelliccia è particolarmente ambita, considerata un materiale di pregio.
La caccia nasce inoltre dal timore dell’uomo, che vede nell’animale una minaccia per sé e per gli allevamenti. In realtà, per quanto riguarda la pericolosità della tigre è emerso un paradossale circolo vizioso: spesso sono proprio le azioni umane a provocare l’aggressività dei grandi felini. Si stima infatti che il 57% degli attacchi all’uomo avvenga da parte di esemplari feriti da armi da fuoco o trappole. Un 22% invece proverrebbe da tigri affamate e debilitate per la scarsità di cibo (un altro fattore che può dipendere anche dalle attività umane, come la deforestazione). Consideriamo infatti che, normalmente, la tigre preferisce cacciare grossi animali di almeno 90 kg di peso.
La Giornata mondiale della tigre e le iniziative di tutela
Per tutelare le tigri, dal 2010 ogni anno si svolge l’International Tiger Day, il 29 luglio. La Giornata mondiale della tigre è stata istituita durante un summit a San Pietroburgo, dedicato proprio alla sensibilizzazione sui pericoli corsi dal felino più grande.
La ricorrenza viene celebrata soprattutto nelle nazioni in cui le tigri sono diffuse. Un’occasione per riflettere sui rischi che minacciano questi animali, ma anche per fare il punto della situazione in materia di tutela e organizzare iniziative concrete. Fortunatamente, queste ultime sono sempre più numerose e stanno dando i loro frutti. Ad esempio, negli ultimi anni nei territori d’origine della tigre è attivo il progetto SMART, Spatial Monitoring and Reporting Tool. In pratica, un avanzato programma anti-bracconaggio che combina i pattugliamenti e l’utilizzo delle tecnologie informatiche. Alcuni componenti del WWF in Asia hanno lanciato la piattaforma APPWG (Asia Poaching Prevention Working Group), per la lotta al bracconaggio e la gestione di aree protette.
Durante il summit di San Pietroburgo, venne stabilito un obiettivo importante: arrivare entro il 2022 al numero di 6000 tigri in libertà. Un traguardo difficile, che appare tuttavia più realizzabile grazie alle iniziative di salvaguardia. In Nepal, ad esempio, è stato registrato un incremento della popolazione di tigri del 19% a partire dal 2013. Segnali che alimentano la speranza, anche se le politiche di tutela e lotta al bracconaggio di ogni singolo Paese fanno e faranno la differenza.