Animali marini, cinque tra i più noti e le loro particolarità
di Ugo Cirilli
L’acqua ricopre circa il 71% della superficie terrestre e il 97,5 % di essa è salata.
Non sorprende quindi l’esistenza di una grande varietà di creature perfettamente adattate alla vita in mare, nelle zone più diverse del globo: dai pesci ai mammiferi, ognuna con le sue particolarità.
Scopriamo le caratteristiche uniche di cinque tra i più noti animali marini!
Il delfino
Questo mammifero acquatico si distingue per la sua notevole intelligenza, che non smette di sorprendere il mondo scientifico.
I delfini comunicano tra loro attraverso un sistema elaborato di versi combinati in un vero e proprio linguaggio, inoltre si sono dimostrati capaci di apprendere rapidamente nuove abilità.
Si servono dei suoni che emettono anche come “sonar naturale”: percepiscono infatti il ritorno delle onde sonore quando incontrano un ostacolo o una fonte di cibo, orientandosi di conseguenza. Non mancano poi gli episodi in cui esemplari di delfino hanno manifestato solidarietà verso un loro simile malato, o sono riusciti ad aiutare esseri umani in difficoltà.
Per un articolo dedicato a questi animali straordinari: https://www.ipersoap.com/2019/05/23/i-delfini-e-la-loro-intelligenza/
Il granchio
Con l’aria buffa e la curiosa andatura, il granchio non trasmette probabilmente tutta la sua intelligenza e la complessità dei suoi comportamenti.
Riesce a mimetizzarsi benissimo, non solo nascondendosi nella sabbia: in alcuni casi lascia addirittura che la sua corazza sia ricoperta dalle spugne e da altri vegetali marini, per apparire come una parte del fondale.
Anche il suo modo di camminare lateralmente è una strategia dovuta alla conformazione del suo corpo, con le zampe ravvicinate protette dal carapace: grazie a quella particolare andatura, riesce a essere più veloce di quanto sarebbe muovendosi in avanti.
Esistono diverse specie, molto diverse per colori, forme, dimensioni: dal Granchio gigante del Giappone, che con le zampe può raggiungere i 4 metri e vive in media 100 anni, al Granchio delle mangrovie dalle chele rosse, con il carapace di soli 2,5-3 cm circa.
Lo squalo
Gli squali, noti anche come pescecani, da secoli sono fonte di credenze e paure per la loro natura carnivora. Solo il grande Squalo balena si nutre in buona parte di plancton e alghe; per il resto, questi pesci cartilaginei predano la fauna marina.
La pericolosità per l’uomo, in realtà, varia molto a seconda della specie. Delle circa 50 che vivono nel Mediterraneo, per esempio, la maggior parte è innocua.
Non si può dire lo stesso dello Squalo bianco, uno dei più pericolosi: tuttavia anche questo grande predatore predilige nettamente altri cibi rispetto a noi umani!
È opportuno sottolineare che anche gli squali stessi sono in pericolo, a causa dell’uomo: sono vittime di una caccia spietata sia per la loro fama che per alcuni utilizzi alimentari, nella cucina orientale ma non solo. l’Italia è uno dei maggiori mercati per la carne di squalo, che viene talvolta venduta ingannevolmente con altre etichette.
Ben 17 specie, in questo scenario, rischiano l’estinzione. Creature dalle origini preistoriche, con un ruolo importante nell’ ecosistema (controllano la crescita delle popolazioni animali di cui si nutrono), spariranno dal pianeta se non saranno tutelate.
La balena
La parola “balena” è in realtà un termine generico per indicare diversi cetacei di dimensioni molto grandi, come il Capodoglio e la Megattera.
Questi animali appartengono ai mammiferi e hanno una particolarità. Dovendo periodicamente affiorare dall’acqua per respirare, non possono permettersi di dormire sonni continuativi troppo lunghi. La natura ha ovviato al problema con un singolare stratagemma: le balene dormono con un solo emisfero cerebrale, mentre l’altro rimane attivo. Riescono così a mantenersi coscienti, ricordando la respirazione periodica.
Un’altra particolarità delle balene è il caratteristico getto d’acqua che emettono dal dorso; parte dallo sfiatatoio, un foro utilizzato per espellere residui idrici dall’apparato respiratorio.
Discendenti di mammiferi terrestri adattatisi gradualmente alla vita in acqua (si ritiene che gli antenati dei cetacei moderni partorissero a terra), la loro lunga permanenza sul nostro pianeta è minacciata oggi dalla caccia.
La tartaruga marina
Le diverse specie di tartarughe marine condividono la forma delle zampe simili a pinne e il notevole adattamento alla vita di mare: si muovono tutte molto agilmente in acqua, in particolare la Tartaruga verde (Chelonia mydas), ritenuta la più eccellente nel nuoto.
Riescono in genere a rimanere in apnea per tempi considerevoli e hanno un’alimentazione varia, dalle alghe ai pesci. Alcune si nutrono anche di meduse, al cui veleno sono immuni.
Al di là dei tratti comuni, si osservano notevoli differenze tra specie, ad esempio nelle dimensioni: la Tartaruga liuto adulta può superare i 250 cm di lunghezza ed è considerata la più grande del mondo, mentre la Lepidochelys olivacea arriva al massimo a 75 cm.
Nel Mar Mediterraneo la tartaruga marina più diffusa è la Caretta caretta, una veloce nuotatrice con uno straordinario senso dell’orientamento.
Questo animale purtroppo vede la sua sopravvivenza minacciata dalla pesca, di cui rimane vittima accidentale, dalla cementificazione delle coste e dal transito navale intenso.