Il Panda
di Ugo Cirilli
Robusto, pacifico, intento a sgranocchiare un pezzo di canna di bambù: questa è probabilmente una delle più diffuse immagini del Panda gigante, una creatura davvero particolare e, oggi, minacciata da varie problematiche.
“Panda gigante” o “Panda maggiore” (nome scientifico “Ailuropoda melanoleuca”) è il nome completo dell’urside divenuto simbolo del WWF: lo distingue da un suo “parente”, il “Panda minore”, che si differenzia molto sia nella stazza che nel colore.
Ma torniamo al famoso orso bianco e nero, originario della regione cinese del Sichuan: un animale che per anni rappresentò un piccolo rebus per i ricercatori. Presenta infatti sia caratteristiche che appartengono agli orsi, sia altre che lo avvicinano ai procioni. Da approfonditi esami genetici, è apparso chiaro che il Panda gigante è un orso a tutti gli effetti, con un’alimentazione particolare.
Infatti, per quanto sia teoricamente onnivoro, si nutre soprattutto di vegetali: il bambù è ormai è associato stabilmente nell’immaginario comune a questo urside.
Ecco alcune particolarità del simpatico animale bianco e nero, che vede il suo habitat minacciato.
Quel “sesto dito”
Le zampe anteriori del Panda presentano, apparentemente, un “sesto dito” che l’animale utilizza per afferrare saldamente le canne di bambù. In realtà non si tratta propriamente di un dito, ma di una modificazione dell’osso del polso avvenuta con l’evoluzione. Quale che sia la sua origine, comunque, il Panda gradisce molto questa caratteristica che lo aiuta a cibarsi meglio!
La ragione dell’insolito colore del Panda gigante
Si ritiene che la particolare colorazione bianca e nera sia dovuta alle abitudini di questo animale, che non va in letargo e continua ad aggirarsi in cerca di cibo anche in inverno. La pelliccia bianca e nera lo aiuta a mimetizzarsi negli ambienti spogli e montuosi dell’inverno sulle fredde alture del Sichuan.
Un animale poco prolifico
L’esistenza dei Panda è minacciata dalla distruzione dei loro habitat naturali, con la riduzione della presenza di bambù; un’altra criticità è rappresentata però dalla sua natura poco prolifica. Il periodo riproduttivo in genere non supera le tre settimane all’anno. Di solito, inoltre, non nascono più di tre piccoli e ne sopravvive uno solo.
Sembra inoltre che questi animali siano molto selettivi nella scelta del partner!
Oltre all’esistenza di centri specializzati, la tutela dei Panda è garantita anche da operazioni di salvaguardia dell’ambiente: in libertà gli orsi bicolore hanno più possibilità di muoversi su vasti territori, incontrando partner non consanguinei e dando vita a cuccioli che presentano nuove combinazioni genetiche.
Un gran goloso
Possiamo capire quanto la riduzione del bambù in natura rappresenti un problema, dai quantitativi che il Panda ne divora giornalmente per sopravvivere: circa 12,5 kg al giorno. Trascorre infatti tra le 12 e le 16 ore quotidiane impegnato a nutrirsi!
Il cugino rosso e “informatico” del Panda gigante
Il Panda Minore, detto anche Panda rosso (nome scientifico “Ailurus fulgens”), non sembra affatto un “parente” del Panda gigante. È molto più piccolo, con il corpo che raggiunge al massimo i 64 cm di lunghezza e la coda che non supera i 59 cm, oltre a essere ricoperto da una pelliccia rossastra e ad avere una somiglianza con i procioni decisamente più spiccata del “cugino”. Con il Panda gigante condivide la presenza di un “falso dito”.
È questo animale, meno conosciuto, a essere raffigurato sul logo del noto browser web Mozilla Firefox.