La mantide religiosa, un insetto che sorprende
di Ugo Cirilli
Nel variegato mondo degli insetti la mantide religiosa si distingue sicuramente, per l’aspetto e non solo. Originaria dell’Africa e giunta in seguito nell’Europa del Sud, nell’Asia minore e nel Nord America, è caratterizzata da una particolare conformazione allungata, dal colore dal verde brillante al marrone e soprattutto dalle lunghe zampe anteriori, tenute in una posa che ricorda la preghiera (da qui il nome).
La mantide è dotata anche di un paio di ali utilizzate per volare, per apparire più grande di fronte ai predatori e per emettere suoni acuti a scopo difensivo. La sua lunghezza va dai 3 ai 7,5 cm circa in Europa, mentre in Africa può raggiungere i 17 cm. L’esemplare femminile è sempre più grande del maschio.
Nonostante il nome “spirituale” e l’apparenza di raccoglimento, quando la mantide si ferma nella caratteristica posa il suo atteggiamento è tutt’altro che pacifico: attende il passaggio delle prede, in genere insetti come mosche e grilli, a volte piccoli rettili e anfibi. Quando la sventurata vittima arriva a tiro viene catturata dalla morsa delle zampe anteriori, che hanno i bordi dentellati e si chiudono a tenaglia.
Il nome deriva dal latino “mantis”, ossia “indovino”, “profeta”: nell’antica Grecia si riteneva che la mantide, con la sua apparizione, predicesse una sventura. Naturalmente si tratta di una credenza infondata e l’insetto è innocuo per l’uomo, non essendo velenoso. Le mantidi si rivelano perfino utili per l’orto o il giardino, cacciando alcuni insetti che possono attaccare le piante. L’unico aspetto davvero inquietante è il macabro rituale in cui può trasformarsi l’accoppiamento.
La mantide femmina, infatti, talvolta uccide il partner decapitandolo. Il maschio prosegue temporaneamente l’unione, poiché il sistema nervoso con la decapitazione perde i sistemi inibitori. La femmina inizia poi a divorarlo. Questo comportamento che suscita brividi d’orrore ha ispirato il mondo letterario, con romanzi in cui il termine “mantide religiosa” indica spietate dark lady capaci di sedurre e uccidere.
Il cannibalismo dell’insetto nasce dalla necessità di proteine per produrre le ooteche, ossia le sacche in cui verranno deposte le uova, e le uova stesse. In molti casi tuttavia questa circostanza cruenta non si verifica. Non a caso, è stato notato che le mantidi femmine allevate dall’uomo, che hanno sempre cibo a disposizione, evitano spesso di uccidere il partner.
L’accoppiamento non è l’unica particolarità di questi insetti. Vediamone altre!
- La mantide religiosa ha un solo orecchio, che si trova… al centro del torace.
- Oltre ai due grandi occhi le mantidi hanno tre ocelli, apparati utili a percepire le variazioni di luce.
- Due “finti occhi” si trovano nel lato interno delle zampe anteriori: sono semplici macchie nere che la mantide mostra ai predatori, creando l’illusione ottica di un muso “spaventoso”.
- La testa della mantide ruota fino a 180°, permettendo all’animale il controllo di un’ampia porzione di spazio.
- Il colore delle mantidi dipende dall’ambiente in cui vivono: verde nelle aree ricche di prati e piante, marrone in habitat più asciutti, con grano ed erba secca. Lo scopo della colorazione è infatti il mimetismo.