Le ballerine
di Virginia Torriani
La primavera/estate 2020 vede il grande ritorno in scena – è proprio il caso di dirlo – delle scarpe ballerine. Le ballet shoes, le calzature ispirate alle scarpette utilizzate dalle ballerine di danza classica, sono il classico esempio di accessorio di abbigliamento che o si ama – è il caso di quasi tutte le donne – o si odia – è il caso di mariti e fidanzati – : eleganti e al contempo comode per le loro ammiratrici, poco sensuali, secondo l’opinione dei loro detrattori.
L’origine di questo modello di scarpe è piuttosto antica: risalirebbe addirittura ai primi del Settecento, quando la danza era una disciplina riservata al privilegio delle sfarzose corti europee. All’epoca la scena era per lo più dominio esclusivo dei soli ballerini di sesso maschile, che, dovendo interpretare anche ruoli femminili, ricorrevano a parrucche e maschere, oltre che a pesanti abiti di scena, calzando ai piedi le tipiche scarpe da balletto con un tacco di circa 5 cm, utilizzate per tutte le danze di corte.
La rivoluzione dei costumi, che aprì definitivamente le danze al gentil sesso e ne modificò anche le vesti e gli indumenti del mestiere, si deve alla danzatrice francese Marie Camargo, che negli anni Venti del ‘700 introdusse in maniera sistematica il “salto” nelle proprie esibizioni. Per poter realizzare al meglio le sue coreografie la ballerina aveva bisogno di maggiore libertà di movimento: decise quindi di usare abiti più leggeri, accorciare le gonne sopra la caviglia e togliere il tacco alle sue scarpe da danza. La tecnica della Camargo venne rapidamente copiata e adottata presso tutte le corti reali e anche le sue scelte in fatto di costumi cominciarono a dettare tendenza.
Altro importante momento di svolta per la storia della danza e delle sue calzature si ha nei primi anni dell’800, quando venne introdotto il ballo sulle punte, che si diffuse grazie alla ballerina italiana Maria Taglioni. Per tutto il corso del secolo successivo questa tecnica di ballo prese piede e si diffuse per tutto il continente europeo, superandone infine i confini per arrivare sino all’Australia, dove Jacob Bloch, calzolaio di origini russe, iniziò a realizzare scarpe da danza fortificate in punta e in pianta per aiutare le ballerine di Sidney a danzare con meno difficoltà.
Bloch diventa un marchio di riferimento per le calzature da ballo insieme, qualche anno dopo, a Repetto, mito – anche ai giorni nostri – nato in un piccolo laboratorio vicino all’Opéra di Parigi, dove Rose Repetto, con l’intento di soddisfare le richieste del figlio Roland Petit – ballerino e coreografo – realizza un nuovo modello di scarpa con una tecnica che garantisce insieme resistenza, flessibilità e comodità.
A sdoganare le ballerine al di fuori del palcoscenico e del mondo della danza sono le icone di stile degli anni ’60.
Brigitte Bardot, già eccellente ballerina classica, esprime infatti a Rose Repetto il desiderio di poter indossare tutti i giorni ballerine comode come le sue mezze punte così Madame creò per lei il primo modello di Cendrillon, che BB indosserà nel film “E Dio creò la donna”.
Dal grande schermo ai piedi di dive del calibro di Audrey Hepburn, Jacqueline Kennedy, Grace Kelly…
Le ballerine grazie a questi esempi di stile ed eleganza senza tempo entrano nel mito, che perdura ancora oggi e non accenna a stancare, tanto che quest’anno sarà ricco di soddisfazioni per tutte le amanti del genere, con modelli capaci di incontrare davvero tutti i gusti: ballerine in tessuto e in vernice, bicolore con punta a contrasto, bebè con passante sul collo del piede o con nastri da allacciare alla caviglia…