Il Sudoku, il passatempo che ha girato il mondo
di Ugo Cirilli
Il suo aspetto è molto semplice: una griglia di 9 celle per 9 di lato, suddivisa in nove griglie più piccole. Eppure si tratta di un gioco di una certa complessità, che fa appello alle nostre abilità logiche: il Sudoku, popolare a livello internazionale dal 2005.
Non lo inventò, come dicono alcune fonti, il matematico settecentesco Leonhard Euler, più noto come Eulero. Lo studioso si era interessato ai quadrati latini, griglie con simboli o numeri che compaiono ognuno una sola volta per riga e per colonna. Eulero aveva sperimentato sovrapposizioni di quadrati latini che dessero risultati diversi in ogni cella. Non si trattava quindi del Sudoku, che non si gioca sovrapponendo più griglie ma compilandone una sola.
Allora, com’è nato questo passatempo così diffuso?
Dai “quadrati magici” a oggi
Alcuni giochi simili, creati da enigmisti francesi, apparvero sui giornali verso la fine dell’800: i cosiddetti “quadrati magici”. Nelle caselle dovevano essere inseriti numeri diversi, la cui combinazione desse lo stesso risultato in ogni riga e in ogni colonna. Tuttavia, non si poteva ancora parlare di Sudoku: questi giochi dovevano essere risolti tramite calcoli aritmetici, non procedimenti logici.
Il primo Sudoku vero e proprio apparve solo nel 1979 sulla rivista enigmistica americana “Dell Pencil Puzzles and Word Games” e il suo autore rimase a lungo misterioso, mancando un’attribuzione esplicita. Alcune ricerche hanno messo in luce il nome di Howard Garns, architetto dell’Indiana. Secondo i racconti di alcuni colleghi, Garns venne sorpreso nello studio in cui lavorava intento a disegnare un quadrato “simile alle parole crociate, ma con i numeri”. Interpellato in merito, minimizzò dicendo che era semplicemente un gioco e nascose il foglio.
Il creatore di giochi enigmistici Will Shortz, originario dell’Indiana come Garns, ha scoperto che il nome dell’architetto appare tra i collaboratori della rivista Dell, ma soltanto in un numero. Proprio quello in cui venne lanciato il Sudoku, con il nome “Number Place”. Sembra quindi che Howard Garns, in quelle pause nello studio di architettura, stesse lavorando al gioco che avrebbe fatto il giro del mondo!
E la parola Sudoku? Come mai un passatempo nato in America ha un nome orientale?
Dopo il successo dell’idea di Garns, la casa editrice Nikoli la introdusse in Giappone con piccole modifiche, chiamandola “Suuji wa dokushin ni kagiru”. L’espressione, che significa “Sono consentiti solo numeri solitari”, venne poi abbreviata in “Sudoku”. Il nuovo gioco ebbe un notevole successo e, chissà, forse sarebbe rimasto confinato in quella nazione e negli USA, se il caso non avesse voluto diversamente.
Nel 1997 Wayne Gould, un giudice neozelandese, si stava dedicando allo shopping a Tokyo. Il negozio dove voleva recarsi era ancora chiuso, così entrò in una libreria per trascorrere il tempo. La sua attenzione venne catturata da alcuni Sudoku. Scattò così una di quelle scintille che accendono una grande passione: Gould negli anni successivi diffuse il gioco in Inghilterra, proponendolo anche al “Times” e ne rinnovò la popolarità in America, oltre a sviluppare un software per realizzare le famose griglie numerate. Dall’Inghilterra, il Sudoku si diffuse poi in tutta l’Europa.
Così, per le dinamiche singolari del mondo globalizzato, il passatempo che tutti conosciamo nacque a stelle e strisce, si vestì di atmosfere orientali e partì di nuovo alla conquista dell’Occidente.
Probabilmente il suo successo è dovuto anche alla semplicità del regolamento: lo scopo è riempire di numeri tutte le caselle, in modo che in ogni riga, ogni colonna e ogni regione (il quadrante in cui è suddivisa la griglia) compaiano tutte le cifre da 1 a 9.
Un obiettivo semplice da spiegare, ma complesso da realizzare! Molti si sono appassionati a questa sfida logica, che ormai prevede anche vere e proprie competizioni. Il primo campionato mondiale di Sudoku si è tenuto in Italia, per la precisione a Lucca, nel 2006. Da allora la manifestazione si è svolta annualmente, ospitata da vari Paesi. Ad eccezione del 2011 e del 2013, ogni anno ha avuto luogo anche un campionato nazionale italiano.
Un matematico finlandese, Arto Inkala, ha sviluppato “il Sudoku più difficile del mondo” in tre mesi di lavoro. Potete trovarlo facilmente online, ma attenzione: secondo il suo ideatore, salvo casuali colpi di fortuna, risolverlo può richiedere diversi giorni!
Fortunatamente, se vi avvicinate al gioco per la prima volta, online e offline ne troverete molti anche di livello semplice…