27 dicembre 1923, moriva Gustave Eiffel
di Ugo Cirilli
Quando pensiamo allo skyline di Parigi, si delinea subito nella nostra mente l’inconfondibile sagoma della Tour Eiffel. Una costruzione sorprendente già ai tempi della sua realizzazione, nel lontano 1889. Prende il nome da Gustave Eiffel, l’ingegnere che progettò la sorprendente struttura e altre importanti opere.
Nato nel 1832 a Digione, Eiffel frequentò la Scuola Politecnica e si laureò all’École Centrale des Arts et Manufactures di Parigi. La sua era una laurea in ingegneria chimica: il giovane immaginava infatti che avrebbe trovato lavoro presso la fabbrica di aceto e vernici dello zio. Convinto di avere un avvenire già delineato davanti, Eiffel si dedicò a una vita piuttosto bohemien e spensierata, tra balli, scherma e corteggiamenti alle fanciulle parigine.
La sua esistenza prese però una direzione imprevista: i rapporti con lo zio si deteriorarono e la possibilità di lavoro svanì. Dalla vita da dandy, il neoingegnere si trovò ad affrontare una fase di grande incertezza e a lavorare senza paga nella fonderia di suo cognato.
La svolta arrivò quando conobbe l’ingegner Charles Nepveu, che lo coinvolse nel complesso progetto del ponte ferroviario Saint Jean. Il mondo delle costruzioni in ferro affascinò molto Gustave, che dimostrò spiccate capacità alla direzione del cantiere.
La sua attitudine venne notata e Nepveu gli affidò altri incarichi. Sembra che Eiffel trascorresse molto tempo nei cantieri e, una volta, abbia perfino salvato un operaio caduto nel fiume.
Tra successi lavorativi e delusioni sentimentali
In quei primi anni di successi lavorativi, l’ingegnere viveva alcune vicissitudini sentimentali. Iniziò a frequentare una ragazza di nome Louise, di famiglia molto benestante. I genitori di lei però ritennero che fosse interessato solo all’ascesa sociale e riuscirono a dividere i due giovani. Dopo aver vissuto altre delusioni simili sposò la giovane Marguerite Gaudelet, da cui ebbe cinque figli. La moglie sarebbe scomparsa prematuramente nel 1877, per gravi problemi polmonari.
Nella carriera professionale invece Gustave Eiffel non incontrava ombre: il suo prestigio cresceva. Già nel 1867 aveva aperto la sua impresa e approfondito gli studi, brevettando un sistema di ponti smontabili. Tra le opere che realizzò troviamo il ponte ferroviario più alto del mondo, il viadotto di Garabit sul fiume Truyère, e la base della cupola dell’Osservatorio astronomico di Nizza. Diede perfino un contributo fondamentale all’ideazione e alla realizzazione della Statua della Libertà, di cui progettò l’intelaiatura in ferro.
Arriviamo così al 1889 e alla sua opera più celebre: la Tour Eiffel.
Un progetto unico
La Tour Eiffel venne commissionata per l’Esposizione Universale di Parigi, il grande evento dedicato alla cultura, alla tecnologia e alle arti per il centenario della Rivoluzione francese. Lo spettacolare progetto, oltre 300 m di altezza, suscitò opinioni contrastanti: anche alcuni intellettuali come Zola e Maupassant espressero pareri critici. Molti apprezzarono però quella costruzione metallica senza eguali, che deve la sua inconfondibile sagoma a esigenze tecniche: la struttura resiste bene alla forza del vento.
La Tour Eiffel, costruita in tre anni ma concepita inizialmente come un’opera temporanea, si impresse presto nell’immaginario comune. Si decise così di non smantellarla, e tuttora continua ad affascinare e far sognare i turisti che arrivano nella Ville Lumière.
Ogni 7 anni viene riverniciata con circa 60 tonnellate di colore e, oggi, è il monumento con accesso a pagamento più visitato al mondo. Conta infatti circa 7 milioni di ingressi all’anno. I primi visitatori, nel 1889, furono i reali d’Inghilterra e Buffalo Bill.
All’ultimo piano della torre si trova un appartamento arredato, con una visuale mozzafiato: uno spazio privato in cui l’ingegnere riceveva i colleghi. Una parte è oggi aperta al pubblico.
Gustave Eiffel scomparve per un ictus il 27 dicembre 1923, il suo nome legato per sempre al panorama di Parigi e alla storia dell’architettura e dell’ingegneria.