San Martino e la sua estate, tra religione e fenomeni meteo
di Ugo Cirilli
L’11 novembre tutta l’Italia celebra la figura di San Martino, in una ricorrenza in cui le tradizioni cristiane s’incontrano con una particolare condizione meteorologica. In quel periodo infatti attraversiamo la cosiddetta Estate di San Martino.
Viaggiamo indietro nel tempo, per capire le origini della celebrazione. San Martino di Tours era in origine un soldato dell’Impero romano, nato nell’attuale Ungheria ma cresciuto in Italia dove si era trasferito con la famiglia. Venne inviato in Gallia come parte di un corpo scelto di 5000 unità, che si occupavano del mantenimento dell’ordine pubblico. Come tramanda la tradizione, durante una ronda notturna nel freddo inverno del 335 d.C., Martino si imbatté in un mendicante semisvestito. Impietosito, il soldato si tolse il mantello bianco da guardia imperiale, lo divise in due e ne donò una metà al povero infreddolito. Secondo altre versioni, in seguito regalò anche la parte rimanente a un secondo mendicante.
Il meteo e il clima, dopo quel gesto di generosità, migliorarono improvvisamente come per incanto.
Più tardi Martino si addormentò e vide in sognò Gesù, che si rivolgeva agli angeli indossando proprio il mantello del soldato: “Ecco qui Martino” diceva “il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Al risveglio, il mantello era di nuovo intatto. Profondamente colpito, il militare si fece battezzare e divenne cristiano. Rimase nell’esercito ancora per vent’anni, lasciandolo quando era circa quarantenne. Da allora si dedicò alla spiritualità, divenendo monaco e fondando uno dei primi monasteri occidentali, in Francia. In seguito fu Vescovo di Tours, mantenendo sempre uno stile di vita semplice e diffondendo il Cristianesimo anche nelle campagne, tra le persone di condizioni umili. È uno dei primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica.
L’estate di San Martino è un periodo dell’autunno che presenta, dopo i primi freddi, un clima più mite e soleggiato. Questa condizione in genere è legata a fenomeni meteo, come le espansioni dell’Anticiclone delle Azzorre. All’inizio di novembre, quando l’abbassamento netto delle temperature è ancora in fase iniziale, non è difficile incorrere in un periodo più caldo. Questa condizione non si ripete però ogni anno: se il 2015 ha visto un inizio di novembre particolarmente mite, nel 1965 invece si verificò un forte maltempo.
Ciò che rimane costante è lo spirito di celebrazione della ricorrenza di San Martino, che coinvolge tutta l’Italia da Nord a Sud. L’11 novembre (che non è il giorno della morte ma quello della sepoltura del santo) vede svolgersi manifestazioni folkloristiche, spesso accompagnate da piatti o dolci tipici. Ne è un esempio il dolce di San Martino di Venezia, un biscotto di pasta frolla che ha la forma del santo a cavallo, decorato con glassa. I biscotti di San Martino di Palermo invece hanno semi di anice o finocchio nell’impasto e vengono inzuppati nel vino moscato. In Puglia è tradizione mangiare le pittule, tipiche frittelle salate con verdure. Un elemento caratteristico che accomuna tutto il Paese è la celebrazione della maturazione del vino nuovo, che ha originato il detto “San Martino, ogni mosto diventa vino”. È il “ribollir de’ tini” che avviene, magari, mentre “la nebbia a gl’irti colli/piovigginando sale”, come recita la famosa poesia di Giosuè Carducci.
Vari sono gli eventi folkloristici dell’11 novembre. A Scanno, in Abruzzo, si svolge una vera e propria sfida tra contrade, ognuna delle quali cerca di realizzare il falò, detto “gloria”, più alto e imponente. Una simile usanza è caratteristica di Predazzo in Valle di Fiemme, Trentino Alto Adige. Vengono accesi grandi falò dalle contrade locali e alle 20:00, dopo l’Ave Maria, ha inizio una festa in cui si danza intorno al fuoco, al suono di antichi strumenti come corni e campanacci. A Venezia, invece, per San Martino i bambini si aggirano nelle strade con una corona di carta in testa, rumoreggiando con pentole e coperchi e chiedendo ai passanti qualche spicciolo per comprare dolcetti. Questa tradizione è sempre meno diffusa, inglobata ormai dal “trick or treat” di Halloween, ma sopravvive ancora.
Regione per regione, possiamo imbatterci in una moltitudine di celebrazioni. Tutto il Paese appare unito nell’omaggio al santo, un giorno di festa prima che arrivi la morsa del freddo.