1 dicembre, il compleanno di Woody Allen
di Ugo Cirilli
1 dicembre 1935: nasceva a New York, in una famiglia di origine ebraica, Allan Stewart Königsberg, un personaggio che avrebbe rivoluzionato la comicità e la commedia cinematografica. A molti suonerà come un nome completamente sconosciuto… visto che Allan a 17 anni lo cambiò in Heywood Allen, abbreviato in Woody Allen. Il ragazzo, che si era dimostrato brillante e irrequieto negli anni scolastici, iniziò presto a scrivere battute per famosi showmen come Ed Sullivan. Erano gli albori della sua carriera, che lo avrebbe portato negli anni a diventare un autore televisivo di successo, quindi a tentare il fortunato salto nel cabaret come protagonista. Nel 1965 firmò la sua prima sceneggiatura cinematografica e nel 1966 girò il primo lungometraggio: muoveva i primi passi il futuro regista di film di successo internazionale. Nella sua filmografia davvero nutrita, abbiamo selezionato cinque titoli che raccontano la varietà di linguaggi espressivi di Woody Allen.
Io e Annie (1977)
Considerata tuttora uno dei migliori film di Woody Allen, questa originale commedia segna l’inizio dei grandi successi cinematografici dell’attore e regista, ottenendo ben quattro premi agli Oscar del 1978. Il film racconta la vicenda di Alvy Singer (Allen), un cabarettista che rievoca la sua storia sentimentale con la ex fidanzata Annie (Diane Keaton), cercando di capire le ragioni della rottura. La regia usa tecniche insolite come lo split screen, lo schermo diviso a rappresentare più scene, o il protagonista che sembra parlare direttamente allo spettatore.

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Manhattan (1979)
Altra pellicola iconica del regista americano, anche “Manhattan” si distingue per il particolare linguaggio cinematografico: il film è girato in bianco e nero, quasi una rappresentazione sospesa e senza tempo dei famosi panorami metropolitani. La trama tocca tematiche ricorrenti nel cinema di Allen, con un protagonista intrappolato tra crisi di mezz’età e relazioni complicate. Si alternano diverse sfumature, dalla commedia “nevrotica” alle atmosfere sentimentali. Nel 2001 “Manhattan” è stato inserito tra i film conservati nella Biblioteca del Congresso.
Tutti dicono I love you (1996)
Woody Allen decide di innovare il suo consolidato stile, con un film in cui convergono elementi diversi: dalla consueta commedia al musical, nelle scene di ballo. La voce narrante è l’adolescente Djuna, detta “DJ”, figlia di Joe (Allen) e Steffi (Goldie Hawn). È lei a raccontare le vicissitudini sentimentali delle persone che le gravitano attorno: i genitori divorziati, i figli del secondo marito della madre… la stessa narratrice vivrà un’infatuazione, per un italiano incontrato a Venezia durante una vacanza con il padre. Le vicende del film si snodano infatti tra tre città amate dal regista: New York, Parigi e appunto Venezia.
Match point (2005)
In questo caso possiamo parlare di un vero cambio di rotta: il regista opta stavolta per atmosfere tra dramma e thriller, affrontando il tema dell’avidità e della brama di potere. La trama prende le mosse dall’ascesa sociale di Chris, ex tennista professionista che inizia a frequentare la ricca famiglia Hewett, arrivando a sposarne la figlia Chloe. Dopo aver tradito la moglie, ricattato dall’amante, Chris concepirà un piano criminale per non perdere i privilegi della sua nuova vita. Con oltre 23 milioni di dollari di incasso, “Match point” è uno dei principali successi di Allen.
Midnight in Paris (2011)
In questa pellicola di Woody Allen domina un elemento fantastico e surreale. Già in “La rosa purpurea del Cairo” (1985) il personaggio di un film si materializzava nel mondo reale. In “Midnight in Paris” le apparizioni sono grandi scrittori e artisti del passato, da Ernest Hemingway a Salvador Dalì, che si manifestano davanti agli occhi stupefatti del protagonista Gil. Il giovane è uno sceneggiatore di Hollywood che, stanco del proprio lavoro, si reca in vacanza a Parigi, sperando di riuscire a concludere il suo primo romanzo. Di notte compirà per incanto dei viaggi nel tempo, incontrando intellettuali di ieri che lo porteranno a riflettere: a volte mitizziamo il passato, mentre dovremmo affrontare il presente…
Il film ha ottenuto l’Oscar 2012 per la migliore sceneggiatura originale.