Einstein ritratto di un genio. 20 marzo 1916: pubblica la teoria della relatività.
di Ugo Cirilli
Il 20 marzo 1916 la storia della fisica cambiò per sempre: la rivista Annalen der Physik pubblicò un articolo dedicato alla rivoluzionaria teoria della relatività.
L’autore era un dipendente dell’Ufficio Brevetti di Berna, un certo… Albert Einstein! Proprio così, il grande fisico nato nel 1879 per anni non ebbe un impiego in ambito scientifico, vedendosi costretto a coltivare la sua passione nel tempo libero.
Dobbiamo sfatare però un falso mito, secondo cui Einstein avrebbe avuto pessimi risultati scolastici. È vero che inizialmente fallì il test d’ingresso al Politecnico di Zurigo, ma in matematica e fisica ottenne ottimi voti.
Riuscì poi a frequentare con profitto l’istituto, ma fu l’unico del suo corso a non avere, al termine degli studi, un posto di assistente. Il motivo? Un atteggiamento troppo “ribelle”, che lo portava anche a saltare alcune lezioni. Così, i docenti non si fidarono di lui nonostante i brillanti risultati.
Perché la teoria della relatività apparve come un fulmine a ciel sereno?
Semplificando, possiamo dire che relativizza il tempo e la velocità, prima considerati assoluti. Immaginiamo una persona che percorra 20 metri camminando a circa 5 km/h, su un treno che viaggia a 150 km/h: per un osservatore esterno che vede passare il treno dalla stazione, quel passeggero in realtà si muoverà a 155 km/h: la sua velocità, più quella del treno. E avrà percorso non solo 20 m, ma 20 m più la distanza attraversata nel frattempo dal treno (ad esempio 40 m). Quindi la velocità cambia a seconda del sistema di riferimento.
La teoria relativizza, come abbiamo detto, anche il tempo. Immaginiamo infatti che venga progettata un’astronave capace di muoversi quasi alla velocità della luce. Viaggiando su tale mezzo, un secondo corrisponderebbe a un tempo superiore rispetto alla Terra. È una situazione immaginata anche dalla fantascienza: viaggi interstellari a velocità incredibili che durano magari un anno per gli astronauti, mentre sul nostro Pianeta è trascorso un decennio…
Allora, nelle rilevazioni fisiche tutto è davvero relativo? Non è esattamente così, dice Einstein: la velocità della luce rimane sempre la stessa, da qualsiasi punto la si osservi. Appare uguale, quindi, sia per il passeggero del treno che per l’osservatore esterno dell’esempio precedente.
Einstein, scienziato anticonformista: alcune curiosità
La teoria della relatività e altri scritti spalancarono finalmente ad Einstein le porte della carriera scientifica. Il fisico divenne nel tempo un personaggio iconico, con la tipica capigliatura arruffata e le brillanti intuizioni. Scopriamo alcune curiosità!
- Era notoriamente disordinato e giustificò così tale caratteristica: “Se una scrivania disordinata è un segno di una mente disordinata, una scrivania vuota di cosa è segno?”
- Non amava indossare i calzini e durante gli eventi ufficiali nascondeva questa abitudine con calzature alte. Il motivo? Sembra che da giovane si fosse stancato di ritrovarsi i calzini bucati con l’uso.
- Dormiva almeno dieci ore a notte, in più si concedeva brevi “sieste” pomeridiane. Aveva intuito un aspetto oggi studiato e confermato dalla scienza, il rapporto tra il sonno e le prestazioni cognitive.
- Una delle sue fotografie più famose lo ritrae nell’atto di fare una linguaccia. Venne scattata durante la festa per il suo settantaduesimo compleanno. Einstein era stanco, dopo aver posato per varie immagini ufficiali. Così, a una nuova richiesta del fotografo Arthur Sasse rispose con la smorfia ironica, per far capire che non era più disposto. Ma la foto piacque così tanto al fisico, che la inserì anche in alcuni biglietti d’auguri. Una copia dello scatto con autografo di Einstein è stata venduta all’asta nel 2017 per 125.000 dollari.
- La sua tipica pettinatura, anzi… “non pettinatura”, con i capelli bianchi disordinati, risaliva a una necessità pratica. Quando ebbe il suo primo figlio, Einstein iniziò a tagliare le spese quotidiane. Rinunciò anche al barbiere, facendosi spuntare il ciuffo dalla moglie all’occorrenza. Continuò sempre a curarsi i capelli il minimo e da solo, contribuendo all’immagine dello scienziato anticonformista e “spettinato”.
- Einstein fu un convinto pacifista e antirazzista. Di origini ebraiche, portò sempre avanti con convinzione le sue idee, con un’eccezione. Quando i nazisti conducevano ricerche sulle armi atomiche, esortò il Presidente USA Roosevelt affinché l’America si dotasse per prima di tali tecnologie. Dopo i disastri di Hiroshima e Nagasaki, il fisico si pentì amaramente. Poco prima della sua morte, avvenuta nel 1955, firmò con il filosofo Bertrand Russell un manifesto pacifista contro i rischi della guerra nucleare.
- Quando Einstein ricevette il Premio Nobel nel 1922, dovette cedere il denaro ottenuto alla sua ex moglie Mileva Maric, come da accordi di separazione. La vita matrimoniale del luminare della fisica era stata piuttosto tormentata, a causa dei suoi tradimenti. In seguito sposò una cugina, Elsa, con cui rimase unito in matrimonio fino alla morte.