Lebron James
Nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2023, LeBron James ha riscritto la storia dello sport diventando il miglior marcatore di tutti i tempi della NBA, il campionato di basket americano, una delle competizioni più seguite e apprezzate al mondo.
tratto da PiùMe Magazine n. 5 Maggio 2023 p. 66 a cura di Gabriele Noli
A 38 anni, il cestista dei Los Angeles Lakers ha superato il precedente record stabilito (sempre con la canotta del club californiano) da un’altra leggenda della pallacanestro a stelle e strisce, Kareem Abdul-Jabbar, che nel 1989 si era fermato a quota 38.387 canestri. In molti pensavano che quel primato sarebbe durato ancora a lungo, se non addirittura per sempre. E invece James se ne è appropriato con un canestro da 2 punti realizzato a meno di 11 secondi dalla fine del terzo quarto della partita contro gli Oklahoma City Thunder: in quel momento il pubblico della Crypto.com Arena di Los Angeles (circa 20mila persone: c’è chi ha sborsato fino a 24mila euro pur di assicurarsi un biglietto) è andato in delirio così come quello davanti alla tv in ogni parte del mondo. La sfida è stata fermata per alcuni minuti per celebrare l’evento: seduto a bordo campo c’era, tra gli altri, Abdul-Jabbar, pronto ad applaudire il suo erede dando vita a un ideale passaggio di consegne.
James, che ha ricevuto anche i complimenti del presidente americano Joe Biden, ha preso la parola per dire grazie “alla mia bellissima moglie, a mia figlia, ai miei due ragazzi, ai miei amici, mia madre, tutti coloro che hanno fatto parte del mio viaggio negli ultimi vent’anni”. Da due decenni, infatti, “King James” (come viene soprannominato) domina la scena del basket d’oltreoceano, mettendo in fila titoli (ne ha vinti 4: 2 con i Miami Heat nel 2012 e nel 2013, uno con i Cleveland Cavaliers nel 2016 e uno coi Los Angeles Lakers nel 2020) e svariati record individuali oltre a quello dei punti segnati, senza trascurare le 3 medaglie olimpiche (2 ori, a Pechino 2008 e Londra 2012, e un bronzo, a Atene 2004).
Nato il 30 dicembre 1984 a Akron, nello Stato dell’Ohio, James ha indubbiamente contribuito a innalzare ancor di più la popolarità (già altissima) dell’NBA, diventandone un’icona assoluta come il compianto Kobe Bryant, dietro forse solo all’inarrivabile Michael Jordan, e attirando di conseguenza l’interesse di svariate multinazionali con le quali ha stipulato contratti di sponsorizzazione a cifre da capogiro. Non a caso, nel 2010, in uno dei migliori momenti della sua straordinaria carriera, è stato indicato dalla rivista Forbes come il secondo atleta più influente (dietro solo al corridore Lance Armstrong).
Negli anni ha scalato la classifica degli sportivi più pagati al mondo fino a raggiungere la vetta. Nel 2022, sempre secondo Forbes, il patrimonio di James ha sfondato il miliardo di euro. Era uno dei suoi obiettivi e lo aveva dichiarato apertamente nel 2014, in un’intervista che, a rileggerla oggi, risuona come una profezia. “Voglio massimizzare i miei profitti. Se diventerò un atleta da miliardi di dollari, sarò felice”. Abituato a vincere ogni sfida – sul parquet e fuori – il “Prescelto” (altro suo soprannome) assieme a un socio ha persino creato una società di produzione televisiva e cinematografica che ha contribuito a produrre “Space Jam: A New Legacy” (di cui è stato pure co-protagonista, interpretando se stesso) e un documentario su Muhammad Ali.
Il nome, SpringHill, prende il nome dal complesso di appartamenti di Akron dove il piccolo James e sua madre avevano finalmente trovato stabilità dopo una dozzina di trasferimenti in 3 anni. Con il tempo ha diversificato gli investimenti, dalle società sportive al settore immobiliare passando per le catene di pizzerie da asporto. Insomma, una macchina da punti e da soldi. L’aspetto economico, tradotto in numeri impressionanti, consente di definire meglio il personaggio James nella sua globalità e complessità. E pensare che da ragazzo non giocava soltanto a basket ma anche a football americano, con prestazioni talmente convincenti da catturare l’attenzione di alcuni college.
Un infortunio al polso ne interruppe la (potenziale) carriera. Eppure, a giudizio di diversi esperti, se avesse proseguito, una volta ristabilito, sarebbe riuscito a raggiungere la NFL, il massimo campionato a stelle e strisce. Ma il destino aveva riservato ben altro per il giovane LeBron, per il quale il 2003 è stato l’anno della svolta, con l’esordio assoluto in NBA con i Cleveland Cavaliers, impreziosito da 25 punti e 9 assist, nella partita contro i Sacramento Kings. Gli appassionati di basket potevano solo immaginare che quel 19enne così tecnico, agile e dinamico e con un fisico dirompente, avrebbe fatto parlare di sé per due decenni, diventando l’emblema della longevità. È infatti lecito chiedersi come James sia riuscito a mantenersi ai massimi livelli per un periodo così lungo: la risposta è nella tenuta fisica, sebbene nelle ultime stagioni abbia dovuto convivere con acciacchi e infortuni che ne hanno talvolta limitato l’utilizzo ma mai il rendimento, tanto che la sua presenza o meno sul parquet influisce ancora sensibilmente sul risultato.
A 38 anni passati, è infatti in grado di vincere le partite da solo. Lo sanno bene i Los Angeles Lakers, tornati a vincere il titolo nel 2020 grazie soprattutto al loro fuoriclasse. Alla forza atletica James ha abbinato quella mentale, indispensabile per essere performante in ogni contesto, dimostrandosi resiliente di fronte alle critiche – talvolta eccessive – ricevute. Capace di fare la differenza in ogni ruolo e zona del parquet, LeBron è intenzionato a proseguire ancora per qualche stagione, magari fino a 45 anni come l’amico Tom Brady, stella planetaria del football americano. “Dipende tutto dalla testa: fintanto che sarò presente mentalmente, posso andare avanti”, ha puntualizzato James. Gli amanti della pallacanestro di tutto il mondo se lo augurano.