I fuochi d’artificio, uno spettacolo senza tempo
di Ugo Cirilli
Lampi di luce nel cielo notturno, esplosioni, grandi cascate di scintille dei colori più accesi… i fuochi d’artificio sono uno spettacolo che continua ad affascinare grandi e piccoli. Un simbolo della bellezza da cogliere e apprezzare al volo, che svanisce rapidamente e ritorna con nuove forme.
Di strada ne hanno percorsa davvero tanta: la loro storia ebbe inizio intorno all’ anno 1000 in Cina.
Dai primi “missili” al divertimento
Sembra che i primi a cimentarsi nell’ arte pirotecnica furono alcuni monaci cinesi, che compirono pionieristici esperimenti usando la polvere pirica scoperta intorno all’800.
L’ idea dei fuochi d’artificio per finalità d’intrattenimento, però, era ancora lontana: questa tecnica venne dapprima utilizzata per scopi militari.
Dai primi ordigni, scagliati con le catapulte, sembra che nel 1279 in Cina si passò alla realizzazione degli “antenati” dei razzi, lanciati contro gli invasori mongoli.
La notizia dei nuovi utilizzi della polvere pirica si diffuse anche in Europa, tanto che nel 1245 il filosofo e alchimista inglese Roger Bacon, conosciuto come Ruggero Bacone, ne descriveva una formula vicina a quella attuale.
Quando si passò dalla guerra allo svago?
A quando pare dobbiamo aspettare il XIV secolo, quando nacquero in Germania le prime fabbriche di fuochi d’artificio. La diffusione di questi ritrovati nelle feste e nelle celebrazioni, però, fu molto lenta.
All’ inizio del XVII secolo nacquero in Europa due grandi scuole di pirotecnica: quella dei Ruggeri di Bologna e quella dei Clamer a Norimberga. Allora i fuochi d’artificio producevamo semplici effetti luminosi; per rendere più variopinto lo spettacolo, i Ruggeri li facevano esplodere dietro scenografie trasparenti colorate.
Nel 1785 avvenne un passaggio importante verso la concezione moderna dei fuochi d’artificio: il chimico francese Claude Louis Berthollet, usando il clorato di potassio, ne ottenne alcune versioni colorate. Si aprì così la strada per la ricerca sulle polveri che producevano diverse sfumature.
Un po’ di nozioni da “addetti ai lavori”!
Volete fare bella figura con gli amici, quando vi trovate ad ammirare insieme la magia di uno spettacolo pirotecnico?
Ecco alcune semplici nozioni “tecniche”!
Abbiamo le combinazioni esplosive fulminanti, che producono cioè una forte detonazione con o senza bagliore; quelle di lancio, che consentono di “sparare” un razzo o agiscono comunque da innesco; quelle di spaccata, che si aprono in un ventaglio di scintille colorate.
I vari fuochi vengono poi distinti in fuochi da terra, aerei o d’acqua a seconda dell’uso per cui sono concepiti.
Ogni colore deriva da un componente specifico: il rosso, ad esempio, dallo stronzio, il blu dal cloruro di rame, il verde dal bario.
Non esagerate con lo sfoggio delle competenze tecniche durante uno spettacolo: tanti gradiranno godersi in silenzio la meraviglia di forme e colori nel cielo notturno!