Guida all’abbronzatura per tatuaggi
di Virginia Torriani
Proteggere la pelle è fondamentale per salute ed estetica. È ormai infatti risaputo che i raggi UV possono nuocere all’epidermide, invecchiandola precocemente ed esponendola al rischio di maturare nei e macchie, che possono evolvere in melanomi e tumori. Meno noto forse è che anche i disegni che abbiamo deciso di tatuare sulla nostra pelle possono essere danneggiati dai raggi solari: l’esposizione al sole infatti fa perdere idratazione ed elasticità agli strati superficiali dell’epidermide, compromettendo la definizione e brillantezza dei colori e in generale scolorendo il disegno. Come per il resto della pelle però, anche per i tatoo basta rispettare qualche semplice regola per abbronzarsi in totale sicurezza.
È bene ricordare che in caso di tatuaggi appena effettuati il sole è da evitare nella maniera più categorica fino alla rigenerazione completa della ferita perché esattamente di una ferita si tratta e, come tale, fintanto che non si cicatrizza si corre il rischio di spiacevoli infezioni.
Generalmente un tatuaggio cicatrizza entro le quattro settimane, solo in alcuni casi, per esempio per tatuaggi di grandi dimensioni, potrebbe volerci di più, ma generalmente tattoo di questo tipo vengono realizzati durante la stagione invernale. In questo lasso di tempo non solo non si deve prendere il sole, ma è necessario evitare anche i bagni in piscina e al mare perché l’acqua potrebbe avere una carica batterica insalubre, meglio anche stare lontano da agenti irritanti come la sabbia, mentre è buona norma tenere ben idrata la zona, lasciando che le crosticine in superficie si stacchino da sole.
In ogni caso un tatuaggio si considera completamente guarito dopo 6 mesi.
Per mantenerne i bordi compatti, i colori brillanti e la pelle elastica a lungo occorre proteggere il tatuaggio tutte le volte che ci si espone al sole con un adeguato fattore protettivo, almeno 30SPF, ricordandosi di ripetere l’operazione ogni tre o quattro ore.
Anche le lampade abbronzanti non sono innocue: il tempo di esposizione è più breve, ma i raggi sono più concentrati e potenti. In questo caso sarà utile un fattore protettivo più alto come il 50+.
In caso di tatuaggi molto estesi come quelli sulla schiena potrebbe essere utile ricorrere a barriere protettive fisiche: in commercio esistono capi di abbigliamento anti UV, utilissimi soprattutto se si è appassionati di sport all’aria aperta come il beach volley, dove i raggi arrivano potenziati anche per il riflesso sulla sabbia, o lo snorkeling, dove la parziale immersione in acqua rende meno efficace la protezione in crema e non permette di avvertire il calore del sole sulla schiena, che spesso si traduce in arrossamenti e scottature.
Infine dopo l’esposizione al sole è bene prendersi cura di un tatuaggio, come del resto della pelle, con un’adeguata emulsione doposole rinfrescante e idratante.