I cani guida, amici preziosi dagli inizi del ‘900
di Ugo Cirilli
Il cane è il migliore amico dell’uomo, recita un famoso detto. Spesso si rivela anche un prezioso collaboratore in mansioni delicate e difficili: ad esempio la ricerca dei feriti nelle calamità naturali, il soccorso ai bagnanti, i controlli antidroga della Polizia…
Un caso particolarmente interessante è quello dei cani guida, che permettono alle persone non vedenti nuovi margini di autonomia.
Durante la Prima Guerra Mondiale, in Germania venne fondata la prima scuola che addestrava i cani a questo importante compito. L’ esigenza nasceva da una triste realtà del periodo: i veterani di guerra che avevano perso la vista in battaglia. Un giorno l’idea tedesca avrebbe suscitato un interesse internazionale.
Un incontro fortunato
L’ interesse per questi animali varcò i confini della Germania nel 1927, quando l’allevatrice di cani Dorothy Eustis, americana residente in Svizzera, parlò entusiasticamente di una delle scuole tedesche in un’intervista al “The Saturday Evening Post”.
L’articolo ebbe successo e portò molte persone a scoprire una realtà che prima ignoravano. Un giovane venditore di assicurazioni di Nashville, USA, Morris Frank, rimase particolarmente colpito. Frank aveva perso la vista da un occhio a 16 anni in un incontro di boxe e scrisse a Dorothy Eustis, proponendole di avviare insieme un’attività di addestramento di cani guida negli Stati Uniti. L’addestratrice lo invitò in Svizzera e gli procurò un cane che lo aiutasse nel quotidiano, Buddy. Accettò infine la proposta imprenditoriale.
Nacque così la Seeing Eye, Inc., la più antica scuola americana, ancora in attività.
In Italia
Nel nostro Paese l’Unione Italiana Ciechi si rivolse a Dorothy Eustis per avere una consulenza sull’ argomento e, dalla collaborazione, nacque la scuola di addestramento di Firenze, la più antica tuttora esistente assieme alla Seeing Eye.
Prese così piede anche in Italia la figura del cane guida, un amico prezioso per l’uomo.
Le razze più diffuse
Esistono razze di cani più indicate per questo delicato ruolo? In teoria, qualsiasi razza può essere utilizzata. Molti animali guida, comunque, sono Pastori tedeschi come quelli impiegati da Dorothy Eustis, Golden Retriever oppure Labrador Retriever. Anche i Pastori belga e quelli scozzesi non sono rari.
Queste razze si prestano particolarmente al ruolo grazie alle loro caratteristiche fisiche e comportamentali: sono tranquilli, coraggiosi e capaci di orientarsi bene, oltre ad avere una taglia né troppo piccola (si sconsigliano i cagnolini) né eccessiva.
Le dimensioni sono un aspetto importante. Anche un cane non di razza può essere adatto come guida, se di taglia adeguata alla corporatura del padrone e dotato del giusto carattere.
In genere vengono scelte le femmine e si procede sempre alla sterilizzazione, perché un cane mosso dall’ istinto riproduttivo potrebbe avere scatti improvvisi e poco gestibili, soprattutto da un padrone non vedente.
I cani appartenenti a scuole e centri di addestramento possono riprodursi: determinate caratteristiche, come la calma, vengono così trasmesse a nuove generazioni.
Un cane guida per un cane
Concludiamo con una curiosità: una singolare storia che ha fatto il giro del mondo sul web.
Uno dei protagonisti è Charlie, un Golden Retriever di 11 anni della Carolina del Nord, che ha perso la vista da entrambi gli occhi a causa di un glaucoma. L’altro è Maverick, un cucciolo di 4 mesi della stessa razza, adottato dai padroni di Charlie.
Tra i due cani è nata una spontanea sintonia e il piccolo ha iniziato a “guidare” l’adulto non vedente, aiutandolo a orientarsi e riportandogli i giocattoli che perdeva.
Lo ha così riavvicinato alla vita, giorno dopo giorno.
Si tratta forse del primo caso celebre di cane guida per un suo simile!