Il Super Bowl: sport e spettacolo a stelle e strisce
di Ugo Cirilli
Se in Italia è indubbiamente il calcio lo sport più popolare, negli USA questo primato spetta al football americano, derivato dal rugby.
Due squadre di 11 giocatori, bardate con robuste protezioni a causa dei possibili urti, si affrontano cercando di portare la palla nel punto di meta della zona avversaria. Riuscirci significa compiere la mossa decisiva del touchdown, che vale sei punti. È questa sfida che determina l’azione frenetica, adrenalinica dello sport, raccontata da tanti film e nota anche ai non esperti: i giocatori cercano di ostacolare l’avanzata dell’avversario, tentando di intercettare la palla o di placcarlo, ossia di bloccarlo fisicamente. Quando un atleta cade con la palla in mano toccato da un componente della squadra opposta, infatti, l’azione è conclusa.
Questi dati rappresentano l’aspetto meramente tecnico, ma il football americano negli USA è molto più di un insieme di regole, due squadre e un campo: fa parte a pieno titolo della cultura popolare nazionale e si trova al centro di un business impressionante. Ne è una valida dimostrazione il Super Bowl, il grande evento finale della National Football League, la lega professionistica.

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Nato nel 1968, l’incontro stabilisce i vincitori della stagione sportiva premiati con il Trofeo Vince Lombardi, realizzato da Tiffany e dedicato al famoso allenatore scomparso prematuramente nel 1970. Il Super Bowl viene disputato in uno stadio dalla notevole capienza, visto l’enorme afflusso di pubblico che richiama. L’impianto sportivo, da decine di migliaia di spettatori, registra il tutto esaurito e i biglietti hanno prezzi da capogiro: per l’edizione 2020 che avrà luogo in Florida, un ticket base comprensivo di accesso al pre – game party costa oltre 4000 dollari.

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Trasmesso in TV, ogni anno l’evento primeggia negli ascolti. I costi per trasmettere uno spot nelle pause pubblicitarie, nelle ultime edizioni, superavano i 5 milioni di dollari. Cifre esorbitanti che si spiegano con la portata di pubblico: si stima che negli USA tra 90 e 110 milioni di spettatori seguano tutta la manifestazione; nel 2014 è stata raggiunta l’audience record di 114 milioni. Se si contano anche coloro che si sintonizzano sul canale saltuariamente, facendo zapping, la portata televisiva supera i 300.000.000 di utenti.
Un business anche per gli Stati che ospitano la manifestazione: nel 2014, ad esempio, l’edizione n°48 ha portato 150 milioni di dollari alla Città di New York e allo Stato del New Jersey. Dati che possono spiazzare anche gli italiani, abituati alle cifre record che ruotano attorno al mondo del calcio.
L’ Halftime Show, uno spettacolo nello spettacolo
Per capire meglio il fenomeno Super Bowl, dobbiamo considerare anche la parte non sportiva dell’evento: tipicamente, infatti, tra il secondo e il terzo tempo della partita ha luogo una versione grandiosa delll’Halftime Show, la pausa d’intrattenimento tipica dei match di football americano. Nell’Halftime del Super Bowl, dagli anni ’90, si esibiscono artisti di fama nazionale e internazionale, tra popstar e rockstar. Alcuni nomi apparsi sul palco dell’evento? Bruce Springsteen, Madonna, Katy Perry, Lenny Kravitz, i Coldplay, Beyoncè e Lady Gaga.

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Appare quindi plausibile che, tra i tanti spettatori, molti siano attratti tanto dalla dimensione sportiva quanto dallo “show nello show” che ha luogo sul palco. E pensare che, fino agli anni ’90, a esibirsi erano semplici bande musicali universitarie!
Il colossale evento vi incuriosisce? Sarà possibile seguirlo anche dall’Italia. Quest’anno verrà infatti trasmesso in diretta sul canale 20 di Mediaset e sul servizio di streaming online a pagamento DAZN. Basterà ripassare rapidamente le regole e, dal divano di casa, ci troveremo catapultati nelle atmosfere tipicamente USA del Super Bowl.