Cultura e news a portata di click: com’è cambiato il modo di informarsi
di Ugo Cirilli
Viviamo immersi in un continuo flusso di informazioni: il web ha reso possibile la nascita di un gran numero di riviste e testate giornalistiche online, blog, siti specialistici sugli argomenti più disparati.
Una trasformazione legata anche all’economicità di Internet: quando fare informazione significava ricorrere a pubblicazioni cartacee, si trattava chiaramente di una possibilità più dispendiosa, alla portata di meno persone.
Oltre al mondo dei siti e delle testate online, anche i social media riempiono la nostra quotidianità di dati, funzionando magari da “cassa di risonanza” per le tematiche più dibattute. Un universo virtuale in cui giovani e meno giovani si trovano immersi ogni giorno.
Connessi e consapevoli, una fotografia degli under 30 italiani
Un’indagine, condotta da Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti in occasione del Premio Mario Francese, ha analizzato le modalità di informazione dei giovani italiani tra 18 e 29 anni. A quanto pare, il 90 % degli under 30 utilizza Internet ogni giorno e il 75% se ne serve come fonte di news sulle tematiche di attualità. Una percentuale che supera la fruizione di informazione televisiva (TG e trasmissioni di attualità), rilevata al 66%.
Si è ridotta tra gli under 30 l’abitudine di comprare giornali cartacei: i giovani preferiscono sottoscrivere un abbonamento online, per seguire via web una testata affermata.
Iperconnessi, ma capaci di un certo spirito critico: tra gli intervistati si tende a dubitare più facilmente di una notizia proveniente dai social, piuttosto che di una appresa tramite media tradizionali. Una conseguenza, forse, dei casi di “fake news” create per fini di lucro da alcuni siti Internet e rimbalzate, poi, sui social media. Vicende che hanno suscitato scalpore, allertando molti utenti sui rischi di un’informazione non attendibile.
Il dottore online? La cautela è d’obbligo
Un altro ambito in cui Internet viene utilizzato spesso è la ricerca di informazioni mediche: nel 2018 in Europa il 52% degli utenti ha dichiarato di essersene servito a tale scopo. Un settore molto delicato, in cui è d’obbligo la stessa cautela che abbiamo di fronte alle news. Come si leggeva già nel 2011 in un post sul sito Internet della Fondazione Veronesi, dobbiamo sempre fare attenzione alle fonti: sono affidabili? Si tratta di siti con un comitato editoriale e link a pubblicazioni scientifiche? Sono aggiornati?
Una buona abitudine sarebbe chiedere al proprio medico un parere su quanto letto online. Purtroppo, secondo dati Censis, il 34% degli italiani che consultano informazioni mediche sul web non lo fa.
Studiare online: il boom dell’e-learning
Un altro settore profondamente mutato dal web è quello della formazione e dello studio. Nel 2018, in Italia, si è verificato un aumento del 35% circa delle ricerche Internet di offerte formative online, soprattutto nel Sud ma anche in Lombardia e in Lazio. Rispetto a quanto avveniva quattro anni prima, si stima che la domanda nel settore abbia visto un incremento compreso tra il 300 e il 400%, con punte in alcuni settori come le lingue straniere, il marketing, il web marketing.
Dati che riflettono la crescita del business dell’e-learning, con una varietà dell’offerta che richiede all’utente di selezionare accuratamente il corso più adatto alle sue esigenze.
È impossibile, come emerge dai suddetti dati, ignorare l’importanza del web nella fruizione delle informazioni. La consapevolezza e un accurato controllo delle fonti sono essenziali, per orientarsi in un panorama sempre più vasto e affollato.