Come il clima influenza il corpo, la mente e lo stile di vita
di Ugo Cirilli
Come ogni essere vivente, anche noi siamo fortemente influenzati dall’ ambiente. Il clima è un elemento molto rilevante, nelle caratteristiche ambientali: può determinare lo stile di vita, le abitudini e influire perfino sulla psiche.
Vediamo alcuni esempi del legame, da tempo studiato scientificamente, tra i fattori climatici, la mente e il corpo.
Una relazione tra temperatura e personalità
Uno studio del 2017 ha analizzato le caratteristiche di personalità di oltre un milione di americani e più di 5.000 cinesi. Lo scopo dei ricercatori era comprendere se le temperature della zona di residenza influissero, in qualche modo, sulla psiche di un individuo. I dati del campione rivelano che le persone cresciute nelle aree dal clima mite, mediamente intorno ai 22°, erano più socievoli, emotivamente stabili e aperte alle nuove esperienze rispetto a quelle delle zone fredde.
Secondo gli autori, questo dato dipende dal fatto che chi vive in un’area dal clima mite esce di più, esplorando l’ambiente esterno. Un aspetto che favorisce l’apertura verso le novità e la socievolezza. Questo non significa che i nativi di aree dalle temperature rigide siano “asociali”. Come ammettono i ricercatori stessi, in altri studi gli abitanti delle zone fredde hanno dimostrato di avere una rete sociale più vasta. Secondo la “social termoregulation theory”, proprio il freddo spinge infatti a cercare maggiormente la vicinanza del prossimo.
Le due visioni non si escludono. I residenti delle zone calde potrebbero essere tendenzialmente più socievoli e, uscendo spesso, dedicarsi a varie attività in compagnia, senza mantenere necessariamente molti legami. Chi vive nelle aree fredde può risultare meno socievole ed estroverso, in termini di apertura alle nuove esperienze, ma essere inserito in una rete sociale ampia. Naturalmente occorrono ulteriori studi per verificare queste tendenze, ricordando che ogni individuo ha la sua personalità e sfugge almeno in parte alle generalizzazioni.
Un caldo… pericoloso?
Secondo alcune statistiche USA, con l’arrivo del caldo si verifica un aumento dei crimini fino al 20%. Secondo il prof. John Simister, docente della Manchester University e ricercatore, il fenomeno è dovuto ai cambiamenti ormonali stagionali. Con l’afa, infatti, l’organismo aumenta la produzione di adrenalina e testosterone, un processo che favorisce la regolazione della temperatura corporea. L’effetto collaterale di tale cambiamento, però, è un aumento dell’irritabilità e dell’aggressività. La relazione clima caldo – crimini va però interpretata con prudenza: uno studio dell’Università della Florida ipotizza una spiegazione diversa. Con la bella stagione le persone passano infatti più tempo all’aperto; aumenta così il rischio di imbattersi nei malintenzionati e subire reati. Frequentare luoghi sicuri è quindi fondamentale.
Gli effetti del cambio di stagione
Anche nei Paesi dal clima temperato come l’Italia, i cambiamenti di temperatura, meteo e luminosità legati alle stagioni possono avere effetti sulla psiche e sull’ organismo.
Con l’arrivo della primavera e dell’estate, le giornate si allungano e tendiamo a uscire anche nel tempo libero, magari per fare attività fisica all’aperto. Ci troviamo quindi esposti per più ore alla luce solare. Aumenta così nell’ organismo il rilascio della serotonina, un ormone che favorisce il buonumore.
In inverno, la serotonina viene limitata dalla maggiore presenza di una proteina chiamata SERT nel nostro corpo. Trovano così una spiegazione tanto la sensazione di malinconia e spossatezza che può coglierci nei mesi freddi, quanto il ritrovato “brio” della bella stagione. In alcuni casi, il buio e il freddo dell’inverno sfociano nel SAD (Seasonal Affective Disorder), il Disturbo Affettivo Stagionale, con sensazioni di depressione. Una situazione in cui l’aiuto dello psicologo può rivelarsi determinante, anche per attuare opportuni cambiamenti nello stile di vita. La psicoterapia può essere combinata, ad esempio, con una terapia di esposizione ad apposite luci artificiali.
A volte, invece, è l’arrivo della primavera a destabilizzare, con la cosiddetta “sindrome del letargo”. Può accadere infatti che il corpo faccia fatica, inizialmente, ad adattarsi al cambiamento. Un aspetto critico sono, ad esempio, le variazioni anche notevoli di temperatura in una giornata primaverile. Secondo gli esperti, per affrontare tale disagio giova fare movimento, mantenere un’alimentazione sana e cercare di andare a letto all’ orario abituale, senza cedere a “sieste pomeridiane” o veglie notturne prolungate.
Con i giusti accorgimenti, quindi, lo stress legato al cambio di stagione può essere affrontato e contrastato. Aspettando che la serotonina, nelle belle giornate, torni ad allietarci!
Questo articolo è un testo puramente informativo e non rappresenta in nessun modo prescrizioni o consigli medici.