5 noti proverbi toscani e il loro significato
di Ugo Cirilli
I proverbi, spesso pittoreschi e divertenti, nascono in realtà da un intento tutt’altro che “leggero”: cercare di trarre un senso dall’esperienza, imparando a vivere meglio. È la cosiddetta saggezza popolare, nata non dallo studio ma dalla semplice osservazione della vita di tutti i giorni.
Alcuni proverbi, certo, possono essere discutibili, ma in diversi troviamo facilmente un fondo di verità.
In Toscana, terra ricca di tradizioni, dialetti e folklore, possiamo imbatterci in molti proverbi che esprimono lo spirito schietto e diretto della regione. Ecco cinque tra i più famosi e il loro significato.
“Se la mi’ nonna avea le rote era un carretto.”
Questo proverbio ci ricorda in maniera molto immediata quanto sia inutile fare congetture astratte, immaginando situazioni impossibili. “Se mia nonna avesse avuto le ruote, sarebbe stata un carretto”; con questi toni volutamente surreali si riporta l’interlocutore alla realtà, al qui e ora. Meglio essere concreti e pensare a ciò che è veramente possibile, altrimenti rischiamo di sprecare energie mentali!
“Senza lilleri un si lallera.”
Un altro invito a essere realisti, stavolta sul piano materiale piuttosto che su quello delle idee. I lilleri in dialetto toscano sono i soldi, il denaro contante; si pensa che la parola abbia origine dal tallero, un’antica moneta.
Il proverbio vuol dire che è inutile pensare in grande, sviluppare progetti importanti o fantasticare di fare la bella vita senza… il denaro necessario.
“Chi si loda s’imbroda.”
Questo detto sottolinea l’importanza della modestia.
“Chi si loda si imbratta” (“imbrodarsi” deriva dall’atto di sporcarsi con il brodo): la saggezza popolare ricorda quanto la persona che si fa i complimenti da sola, vantandosi di fronte agli altri, finisca poi facilmente per danneggiarsi.
Può infatti attirare l’antipatia e il disprezzo altrui, apparendo presuntuosa. Il suo comportamento, nato dalla volontà di mettersi in buona luce, le si ritorce così contro provocando gli effetti opposti.
“Campa cavallo che l’erba cresce.”
Un ironico riferimento al fatto che, a volte, dobbiamo darci pazienza perché ciò che desideriamo non potrà realizzarsi presto. Sembra sia ispirato alla storia di un uomo che conduceva un cavallo spossato in un paesaggio arido, intravedendo solo qualche minuscolo filo d’erba che spuntava appena dal terreno. L’avrebbe incitato a proseguire il percorso, appunto, con questa frase.
“Cencio dice male di straccio.”
A volte capita di ascoltare maldicenze e pettegolezzi sugli altri, pronunciati da qualcuno che non è così irreprensibile come vorrebbe sembrare.
In quei casi viene proprio spontaneo pensare “senti chi parla!”
“Cencio dice male di straccio” fotografa proprio tale situazione: qualcuno parla male di un’altra persona, quando farebbe meglio a pensare ai propri difetti, magari gli stessi di chi critica.
“Cencio” e “straccio”, infatti, sono termini che indicano lo stesso oggetto: il panno utilizzato per pulire.