Le grotte, ambienti dal fascino unico
di Ugo Cirilli
Spazi sotterranei avvolti dal buio e dal silenzio, le grotte evocano da sempre un’atmosfera di mistero. Non a caso, questi ambienti vengono citati in diverse mitologie e tradizioni folkloristiche, come luoghi di eventi straordinari. Nell’antichità si credeva che il dio Zeus fosse cresciuto proprio in una grotta. Nel Medioevo si diffuse la leggenda della Sibilla Picena, maga e regina di un mondo sotterraneo al quale si accederebbe da una grotta sul Monte Sibilla, nelle Marche. Nel folklore tailandese diverse grotte sono associate alla presenza di un fantasma, uno spirito guardiano da rispettare.
È comprensibile che ambienti così particolari abbiano suggestionato nel profondo i popoli di un tempo. Ma cosa sono davvero le grotte? Come si formano?
L’azione della natura
L’architetto che riesce a creare ambienti tanto suggestivi è la natura. I processi possono essere diversi; spesso è l’acqua che penetra nel terreno, consumando il calcare e la roccia con l’acidità dovuta all’anidride carbonica dell’aria. A volte è l’acqua di mare a esercitare l’azione di erosione sulle aree costiere, in altri casi invece il fenomeno è dovuto a un fiume di lava.
L’acqua origina anche due tipi di strutture caratteristiche della grotta carsica: le stalattiti e le stalagmiti. Sono formazioni calcare e create da depositi minerali, dovuti alle acque percolanti. La stalattite è il tipico elemento a cono o cilindro che pende dall’alto, la stalagmite invece parte dal terreno. Le grandi stalattiti impiegano anche migliaia di anni per formarsi e regalarci la loro meraviglia.
La vita nelle profondità
La profondità delle grotte talvolta è davvero sorprendente. Il record spetta alla grotta Krubera in Abcasia, Georgia: arriva fino a 2197 m. Altre colpiscono per la loro estensione, km di tunnel e scenari suggestivi. In Italia, per la precisione in Alta Versilia, Toscana, troviamo l’Antro del Corchia, il più grande ambiente ipogeo del nostro Paese: a oggi ne sono stati mappati circa 70 km.
Nelle grotte, luoghi apparentemente ostili per la loro natura spoglia, gli esseri viventi hanno trovato spesso riparo. Esistono perfino animali che si sono evoluti specificamente per vivere in un habitat tanto particolare. In Italia, Croazia, Slovenia e Bosnia-Erzegovina troviamo ad esempio il proteo, un anfibio chiaro dalla forma allungata. Si tratta dell’unico vertebrato che vive e si riproduce solo nelle grotte. Si è adattato talmente al buio da perdere la vista e sviluppare molto l’olfatto e l’udito. Abitando luoghi quasi privi di risorse, il proteo riesce a resistere incredibilmente a lungo senza il suo cibo, piccoli crostacei: sembra possa rimanere a digiuno per 12 anni. Alcuni animali delle grotte sono insetti, come il coleottero leptodirus hochenwartii di Slovenia, Croazia e Carso Triestino. Non ha occhi e si nutre di sostanze organiche trasportate dall’acqua.
Non sono solo questi campioni di sopravvivenza ad aver abitato le grotte: anche l’uomo vi ha trovato spesso un rifugio dai pericoli e dal maltempo, nella sua storia. Un esempio famoso sono i suggestivi sassi di Matera: sembra che le grotte della zona fossero abitate fin dalla preistoria, poi in epoche più recenti la popolazione iniziò a scavare e plasmare quegli ambienti, cercando di renderli simili a vere abitazioni. Un processo che proseguì fino all’800 e ai primi decenni del ‘900, finché il Governo ne dispose lo sfollamento nel 1953 per le precarie condizioni igienico-sanitarie. Oggi questo scenario unico fa parte del Patrimonio UNESCO dal 1993, riscoperto e valorizzato turisticamente.
Conoscere il mondo delle grotte aggiunge ulteriori suggestioni al fascino delle profondità misteriose. E visitare uno di questi scenari unici, naturalmente in condizioni di sicurezza e con guide esperte, può rivelarsi davvero un’esperienza mozzafiato.