La risata e i suoi effetti benefici
di Ugo Cirilli
Immaginate un’enorme folla di oltre 12.000 persone che si raduna in un ippodromo, per riempire l’aria di… risate. Follia? Niente affatto: era la prima Giornata mondiale della Risata, che si tenne nel 1998 a Mahalaxmi, in India. Una manifestazione nata per sottolineare il potere calmante dell’atto di ridere, che può favorire la pace a livello interiore e nei rapporti con gli altri.
Quel meeting, con adesioni internazionali, comprendeva anche una marcia pacifista di 4 km. Tutto aveva avuto inizio pochi anni prima, nel 1995, dall’idea di un medico indiano, il dott. Madan Kataria. È a lui che dobbiamo infatti la nascita dello Yoga della Risata, che promuove il benessere attraverso le risate autoindotte. Il primo Club della Risata del dott. Kataria contava pochi iscritti, ma in soli tre anni fu possibile organizzare il suddetto, enorme evento di massa. Attualmente si contano oltre 20.000 Club in 110 nazioni e la pratica è stata applicata per alleviare lo stress nei contenti più svariati, perfino da poliziotti e detenuti. Anche quest’anno, la Giornata è stata celebrata il 4 maggio.
Può sembrare una simpatica bizzarria, ma le teorie del movimento poggiano su autorevoli basi scientifiche. Il fatto stesso che il fondatore sia un medico è indicativo: la risata può veramente agire sul nostro benessere psicofisico.
Un segnale di relax che fa bene
Com’è nata la risata? Il neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran ha ipotizzato che, ai tempi dei nostri antenati primitivi, essa rappresentasse un vero e proprio segnale di “cessato allarme”. Il sorriso sarebbe stato, originariamente, il rilassamento di un’espressione di tensione e aggressività simile al “digrignare i denti” di alcuni animali. Appurato che una minaccia era sparita o si era trattato di un falso allarme, la mimica dei primi uomini cambiava gradualmente. Comunicavano così ai loro simili che non c’era nessun problema. L’aspetto sonoro della risata, che seguiva spesso quei sorrisi, sarebbe servito a trasmettere l’informazione anche agli individui più lontani.
Questa interessante teoria spiega, ad esempio, alcuni meccanismi del cabaret e della comicità moderna: l’artista parte con un racconto “serio”, in cui aleggia una certa tensione: qualcosa sta per succedere, c’è un problema… poi arriva, inaspettato, l’epilogo comico che risolve nell’ironia la situazione.
La risata induce davvero una sensazione di sollievo e benessere a livello psicofisico. Provoca infatti un incremento nell’organismo delle endorfine, neurotrasmettitori associati a sensazioni di buonumore. Inoltre, riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. È famoso il caso del giornalista e scrittore americano Norman Cousins (1915-1990) che, affetto da spondilite anchilosante, sostituì gli antidolorifici con la visione di film comici dei fratelli Marx.
Praticare l’arte della risata
Per apprendere lo Yoga dell’ilarità e/o diventare “Leader della risata”, ossia coordinatore di gruppi, occorre una formazione specifica. Nel nostro Paese il riferimento è yogadellarisata.it, sito web dell’associazione “Yoga della Risata e oltre”. Al suo interno è possibile consultare un elenco dei docenti in ogni regione, con relativi contatti.
Se non vogliamo cimentarci in un percorso formativo vero e proprio, navigando online troviamo facilmente video con dimostrazioni e consigli: un approccio particolarmente utile in questo periodo. Gli amanti della lettura potranno inoltre optare per i libri sull’argomento, come “Yoga della Risata” del dott. Kataria.
Ridere risulta un vero toccasana: è possibile autoindursi un moto di buonumore, come insegna una pratica nata dall’incontro tra sapienza antica e scienza moderna!
Questo articolo è un testo puramente informativo e non rappresenta in nessun modo prescrizioni o consigli medici.