La renna, l’animale più natalizio del Pianeta
di Ugo Cirilli
Con il suo aspetto semplice, difficilmente la renna sarebbe rappresentata in un’infinità di decorazioni, film e cartoni animati, se non fosse stata associata al Natale. Conoscendola da vicino, però, scopriamo che la fidata collaboratrice del signore in rosso è una creatura davvero singolare e interessante, straordinariamente adattata alla vita in un habitat difficile.
La regina del gelo
Diffusa nelle zone artiche e subartiche del Pianeta dove vive in branchi, si trova ad affrontare temperature rigidissime in ambienti dove il cibo scarseggia. La sua dieta è molto spartana, costituita da felci, foglie, germogli, funghi e licheni, che diventano il nutrimento energetico principale in inverno. Il naso della renna è molto sensibile e l’aiuta a trovare il cibo anche sotto la neve; inoltre esso riscalda l’aria, prima che raggiunga i polmoni dell’animale. Gli occhi non sono meno sorprendenti e conferiscono quasi un potere da supereroe: pare infatti che le renne siano gli unici animali capaci di vedere la luce ultravioletta, percependo nettamente gli oggetti anche nel bianco abbagliante delle terre innevate.
Altra testimonianza di adattamento al gelo è la pelliccia che copre tutto il corpo: particolarmente isolante, risulta utile anche nell’attraversamento dei corsi d’acqua, poiché favorisce il galleggiamento. Questi animali sono quindi dei provetti nuotatori, che nel periodo delle migrazioni sfidano il freddo dei torrenti e perfino dell’Oceano Artico. Uno strato di pelliccia detto “velluto” riveste anche le corna, che possono raggiungere i 135 cm di lunghezza e vengono utilizzate per scavare. Data la loro importanza, le possiedono quasi sempre sia i maschi che le femmine, a differenza delle altre specie di cervidi in cui sono una caratteristica esclusiva del maschio.
La renna e il Natale
A questo punto potremmo domandarci in che modo questa creatura affascinante, nata per i grandi spazi selvaggi, sia stata scelta come animale da traino per… consegnare i regali di Natale. Ad associarla alla famosa slitta fu, per la prima volta, la poesia americana ottocentesca “A visit from Saint Nicholas” di Clement Clarke Moore, che definì quasi completamente l’immagine attuale di Babbo Natale. La famosa renna Rudolph, invece, nacque nel 1939 dalla fantasia dello scrittore Robert L. May, autore del racconto “Rudolph, the red-nosed reindeer” (“Rudolph, la renna dal naso rosso”).
Secondo alcune fonti, è possibile che l’immagine delle renne che accompagnano Babbo Natale sia stata ispirata da antichissime tradizioni nordeuropee. Nelle culture precristiane della Scandinavia questi animali erano infatti sacri alla dea Isa, o Disa, la Grande Madre. Nelle credenze dell’epoca, le renne erano animali guida per le anime e apparivano soprattutto nella notte. Per quanto non si abbiano prove certe, è affascinante ipotizzare che la tipica immagine della slitta natalizia abbia radici così remote. L’importanza della renna nelle culture nordeuropee è evidente ancora oggi, come dimostra la sua raffigurazione negli stemmi di alcuni comuni norvegesi e dell’Università di Umeå, in Svezia.
Il fascino di questi animali ha davvero attraversato il tempo: dall’antichità a Babbo Natale, fino alle sue più recenti apparizioni come il personaggio di Sven nel cartoon “Frozen”!