Le origini di Babbo Natale e dell’albero
di Ugo Cirilli
Quando pensiamo al lato più “pop” delle festività natalizie, sicuramente tra le prime immagini ad affacciarsi nella mente troviamo l’abete addobbato e Babbo Natale.
Due simboli fortemente radicati nella cultura occidentale, che compaiono ovunque attorno a noi mentre ci avviciniamo al 25 dicembre. Ma quando e in che modo sono entrati a far parte dell’immaginario legato al Natale?
Babbo Natale
La storia del simpatico signore dalla barba candida è un singolare mix di elementi storici, religiosi e di cultura popolare. Sembra che la credenza di un uomo anziano e robusto, che sfida il freddo per portare doni ai piccoli, esista da tempi remoti nel folklore di alcuni Paesi nordeuropei. Secondo un’ipotesi, questa figura risalirebbe a un’usanza antichissima. Prima della cristianità in Germania, Belgio e Paesi Bassi i bambini preparavano carote, paglia e zucchero per il cavallo volante del dio Odino. La divinità, diceva la tradizione, avrebbe lasciato in compenso dolci e altri regali. E Odino era raffigurato con una lunga barba bianca…
Con il Cristianesimo, l’usanza venne adattata alla nuova simbologia. La presenza che portava i doni fu identificata con San Nicola, associato a un’idea di benevolenza verso l’infanzia; si narra infatti che il santo resuscitò tre bambini. Un esempio di questa rielaborazione cristiana è Sinterklaas, il Babbo Natale olandese, il cui nome indica San Nicola e ha dato origine alla denominazione “Santa Claus”. Sembra che Sinterklaas abbia rappresentato un passaggio chiave verso il Babbo Natale odierno: la sua tradizione giunse negli Stati Uniti con i coloni olandesi.
Come si arriva al personaggio dal look rosso fiammante? Davvero si trattò, come alcuni credono, di un’invenzione anni ’30 della Coca Cola? Le cose non stanno così.
Nell’ 800 in America il Natale divenne una festa familiare, dall ’immaginario colorato. Nacque un filone letterario per bambini, in cui la figura di San Nicola portatore di doni, giunta dall’ Europa, assunse caratteristiche fantasiose. Nel 1809 un libro di Washington Irving lo immaginò in viaggio su un carro volante. La poesia “A visit from St. Nicholas” del 1823, attribuita a Clement Clark Moore, completò l’immaginario moderno di Babbo Natale: raccontava di un Santa Claus che arrivava su una slitta volante trainata dalle renne, per consegnare i doni calandosi dal caminetto. Verso la fine del secolo, il disegnatore Thomas Nast raffigurò il protagonista della storia con un completo rosso. E un’icona era nata.
Il personaggio avrebbe poi acquisito vita propria, ribattezzato in Europa con nomi come il francese Père Noël (Papà Natale). Nel nostro Paese Babbo Natale ebbe davvero successo solo con l’arrivo della cultura USA, a partire dal secondo conflitto mondiale. Forse da questa circostanza è nata l’idea che la sua origine fosse… la pubblicità di una bibita americana.
L’albero simbolo di vita
Per quanto riguarda l’abete, si pensa che già in epoche remote, nelle culture pagane, a questo albero fosse attribuito un carattere di sacralità. I druidi, sacerdoti del popolo dei Celti, lo onoravano nelle cerimonie legate al Solstizio d’inverno, considerandolo un simbolo della vita. In tali occasioni pare che esistesse già l’usanza di addobbare alcune piante. I Vichinghi decoravano le abitazioni con rami d’abete ai quali appendevano frutti, ritenendo che l’albero potesse evocare il ritorno del sole dopo i mesi di oscurità. Anche tra gli antichi Romani i sempreverdi erano ritenuti di buon auspicio: era usanza regalarne dei rametti all’ inizio di gennaio.
Come accadde ad altre tradizioni, anche quella dell’abete fu assorbita dalla cultura cristiana che l’adattò alla sua simbologia, nel Medioevo. L’albero venne così associato alla figura di Gesù Cristo e mantenne la connotazione di simbolo di vita. Si ritiene che la prima “apparizione ufficiale” dell’abete nei festeggiamenti natalizi risalga al 1441, quando a Tallinn, in Estonia, venne collocato un grande albero nella piazza del Municipio. I giovani “single”, maschi e femmine, vi ballavano attorno sperando che fosse di buon auspicio per trovare l’anima gemella. La tradizione si sarebbe poi diffusa in Germania.
Proprio in quello Stato venne introdotto il primo abete in un ambiente domestico come usa oggi: nel 1611 la Duchessa di Brieg ne fece collocare uno nel suo castello in occasione del Natale. L’usanza, dapprima ritenuta esclusivamente protestante e confinata alle regioni del Nord, si diffuse poi in tutto il Paese. Dalla Germania, giunse gradualmente nel resto d’Europa.
In Italia dobbiamo aspettare la seconda metà dell’Ottocento, quando la Regina Margherita addobbò un albero al Quirinale, perché la pratica divenga nota. L’albero di Natale, in Europa e in America, conobbe un vero successo commerciale solo nel ‘900, con il definitivo boom nel dopoguerra.