Il Cammino di Santiago
di Virginia Torriani
È il Cammino, per eccellenza. Un’esperienza da fare una volta vita, come confermano gli oltre 200mila pellegrini che giungono ogni anno alla meta, Santiago de Compostela.
Si tratta di una delle vie di peregrinazione più importanti della storia, tanto che la città spagnola è considerata la terza città santa per la cristianità dopo Gerusalemme e Roma.
La rotta è percorsa ininterrottamente fin dal primo terzo del IX secolo, epoca in cui venne scoperta la tomba di San Giacomo il Maggiore, uno degli apostoli di Gesù. La rivelazione del sepolcro secondo la tradizione avvenne grazie all’apparizione di una stella su un campo, che indicò ad un pio eremita il luogo dove giacevano le reliquie del santo. Da tutto ciò deriva il nome della città: Santiago, contrattura iberica di San Giacomo, de Compostela, ovvero “del campus stellae”.
Esistono in realtà diverse rotte, ma quella originale e più conosciuta per chi giunge da fuori la Penisola Iberica, è il Cammino Francese. Lungo circa 800 km si stende dai Pirenei, attraversa le regioni Navarra, La Rioja e Castiglia-Leòn per arrivare fino alla Galizia, la regione all’estremo Nord-Ovest della Spagna dove si trova la città del santo.. I luoghi suggestivi lungo il percorso sono moltissimi; alcuni sono legati a leggende o a miracoli come Roncisvalle, terra dei paladini di Orlando, Santo Domingo de la Calzada, cattedrale al cui interno si trova una gabbia con due galline vive. Tutte le città e i borghi attraversati dal cammino vantano poi una ricchezza artistica e culturale immensa.
Per arrivare alla meta occorre mediamente un mese.
Nonostante sia possibile partire da qualsiasi punto, seguire un percorso a propria discrezione e fermarsi dove si vuole, è fondamentale percorrere almeno 100 Km per ottenere la Compostela, un certificato rilasciato a tutti i pellegrini, che attestano di aver effettuato almeno 100 Km a piedi o a cavallo, oppure almeno 200 Km in bicicletta. Un riconoscimento che valorizza il sacrificio realizzato e simboleggia l’espiazione dei propri peccati.
Ognuno poi ha il suo ritmo e non si tratta di un’impresa sportiva: è bene godere e arricchirsi di un’esperienza così unica secondo il proprio tempo interiore, lasciandosi anche dei momenti per approfondire gli incontri con gli altri pellegrini o per la propria riflessione interiore. Non è necessario essere allenati per percorrere il Cammino. L’importante è partire con lo stretto necessario per evitare pesi inutili. I fondamentali sono: uno zaino da trekking di qualità, con cinghie regolabili e comode, delle ottime scarpe da trekking in goretex meglio se non nuove di zecca, un sacco a pelo, una cerata impermeabile che copra completamente in caso di pioggia.
Oggi il Cammino è percorso da persone di tutte le nazionalità, credenti e non, cristiane o di altra fede. Le motivazioni che spingono al pellegrinaggio possono essere diverse e non necessariamente appunto legate a un atto devozionale.