Le donne e lo sport in Italia
di Ugo Cirilli
Lo sport non è uomo o donna. Per essere veri sportivi ciò che conta non è il sesso, ma la forza di volontà, la tenacia, la capacità di mettersi in gioco e puntare alla vittoria senza dimenticare mai il fair play. Questa, almeno, è la visione che ogni appassionato di sport dovrebbe condividere.
Com’è realmente la situazione nella vita di tutti i giorni? Vediamo alcuni dati italiani sulla partecipazione delle donne all’universo sportivo.
Una premessa positiva: le italiane che praticano sport sono circa 17.960.000, il 48% del totale degli sportivi nel nostro Paese. Un aspetto meno confortante è il divario tra i due sessi, che aumenta con il progredire dell’età. Ad esempio, se tra gli 11 e i 14 anni svolge con continuità un’attività sportiva il 65,9 % dei maschi e il 56,8% delle femmine, tra i 18enni le percentuali risultano rispettivamente del 47,4 % e del 31,9 %.
Quali sono le discipline con più… quote rosa?
Dalla pallavolo alla ginnastica, un universo vario
Secondo dati del 2019, in Italia al primo posto troviamo la pallavolo, praticata da 331.843 atleti dei quali il 77% sono donne. Una disciplina che al movimento unisce la collaborazione stimolante e strategica tipica degli sport di squadra. Segue il tennis, in cui si sono sempre distinte grandi campionesse, come Serena Williams e Martina Navrátilová: il 33% dei tesseramenti è femminile. La terza posizione sul podio spetta alla ginnastica, un ambito in realtà piuttosto ampio: spazia dalla versione ritmica e agonistica agli allenamenti di fitness, comunemente praticati in palestra.
Poiché siamo un Paese a forte vocazione calcistica, potremmo domandarci quante sportive optino per le scarpe con i tacchetti e il pallone. In questo caso il dato è meno incoraggiante: lo sport con più tesserati d’Italia conta solo il 2% di atlete. Tuttavia la situazione sta cambiando, grazie alla popolarità della nazionale femminile di calcio, arrivata ai quarti di finale del Mondiale 2019. Dalle circa 8000 calciatrici tesserate di vent’anni fa, nel 2018 il numero era già aumentato a 23.903. Nota a margine ma significativa, inoltre, l’Italia è seconda in Europa per il numero di donne arbitro associate, dopo la Germania.
Per quanto riguarda il panorama delle arti marziali, che potrebbero forse apparire a uno sguardo superficiale l’area sportiva più “maschile”, anche in questo settore la partecipazione femminile è in crescita. Ad esempio, nel kickboxing già nel 2013 la percentuale di donne era aumentata del 15 % rispetto all’anno precedente.
Non solo agonismo
Fare sport non significa necessariamente competere e allenarsi in vista di nuovi traguardi, sempre più complessi. L’attività motoria può rappresentare anche un semplice diversivo, per staccare la spina e distrarsi con un occhio di riguardo al benessere fisico. Così, tra le donne stanno incontrando un successo notevole discipline come la Zumba (fitness su ritmi musicali afro-caraibici), il Pilates e il Fitwalking. Con quest’ultimo termine si intende la camminata veloce, effettuata secondo specifici principi di allenamento e recupero, da svolgere anche in compagnia.
Le donne sempre più rappresentate nello sport, ma…
Un aspetto positivo è anche il crescente grado di esposizione mediatica di cui godono alcune famose campionesse, figure che consolidano l’idea dello sport come un mondo aperto in uguale misura agli uomini e alle donne.
Un’indagine condotta nel 2019 nell’ambito del progetto “Respect – Stop violence against women”, realizzato dal CENSIS con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, ha intervistato 1027 giovani sportivi tra i 15 e i 30 anni di età. A questo campione è stato chiesto di indicare quali fossero le personalità femminili dello sport preferite.
La campionessa con più fan si è rivelata la nuotatrice Federica Pellegrini (27,7% delle preferenze), ormai un personaggio mediatico a 360 gradi dopo la sua partecipazione come giudice a “Italia’s got talent”. Seguono la tennista Serena Williams, la schermitrice Bebe Vio e, al quarto posto, la tuffatrice Tania Cagnotto. Citata spesso anche la calciatrice Barbara Bonansea, a testimonianza della crescente attenzione verso il calcio femminile. Il 29,6% degli intervistati, però, non ha saputo nominare nessuna atleta: un dato su cui riflettere.