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12 Dicembre 2019
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La Stella di Natale, un simbolo invernale che viene dal caldo

di  Ugo Cirilli

 

 

È uno dei simboli del periodo natalizio, un meraviglioso regalo della natura: la Stella di Natale, che impreziosisce le nostre abitazioni nel freddo inverno. Le sue origini risalgono però alle calde latitudini del Messico.

Com’è avvenuto il suo ingresso nell’iconografia natalizia? Scopriamo questa e altre curiosità e caratteristiche della famosa pianta!

Il suo nome scientifico, Euphorbia pulcherrima, dà un’idea del fascino che esercitò sui suoi scopritori: “pulcherrima” in latino significa “bellissima”. Considerata un fiore sacro dagli Aztechi, il primo tentativo di coltivarla al di fuori dal suo habitat d’origine avvenne solo nel 1825. Allora l’ambasciatore americano in Messico, Joel Roberts Poinsett, ne portò alcuni esemplari in Carolina per avviarne la coltivazione in serra. Ebbe così inizio la popolarità della pianta, non solo negli USA ma anche in Europa. Dal suo importatore deriva il nome alternativo con cui è conosciuta nei Paesi di lingua inglese: Poinsettia pulcherrima.

 

stelle_coltivazione-serra

 

A legarla alla simbologia cristiana erano stati già i missionari spagnoli in Sudamerica, colpiti dal suo aspetto e dal fatto che raggiungeva il massimo della bellezza nel periodo natalizio. Decisero quindi di chiamarla “Stella di Natale”.

Così, quando la pianta si diffuse negli Stati Uniti e nei territori europei, venne impiegata nella decorazione di chiese e cattedrali. Nella Basilica di San Pietro a Roma apparve per la prima volta la notte del 24 dicembre 1899, affascinando i presenti. La sua diffusione massiccia nel nostro Paese tuttavia avverrà molto più tardi, negli anni ’60 del ‘900.

 

Caratteristiche e coltivazione

Partiamo con una curiosità: le parti della pianta a forma di stella colorata… non sono i fiori! O meglio, l’infiorescenza è solo la parte centrale e minuscola, di colore giallo (i cosiddetti ciazi). Gli apparenti “petali” rossi sono in realtà brattee, ossia foglie modificate per accogliere i fiori. Esistono anche varietà con brattee di colore bianco, rosa o screziato.

 

stelle_bianche

 

Una particolarità della Stella è la sua natura di “pianta brevidiurna”: ciò significa che per vederla fiorire occorre che le ore di luce siano minori di quelle di buio. Quindi, dovremmo fare in modo che riceva l’illuminazione solare al massimo per 7 o 8 ore giornaliere. Possiamo anche ripararla con un telo ombreggiante per parte della giornata, se non si può assicurare la giusta alternanza luce/buio. Un accorgimento opportuno è evitare che sia colpita dai forti raggi solari diretti.

La Stella di Natale, originaria di un clima caldo, sopporta abbastanza la scarsità d’acqua e teme piuttosto l’eccesso idrico, in particolare i ristagni, che possono essere fatali. Dobbiamo fare attenzione però a non lasciarla “a secco” troppo a lungo: manifesta la sua sofferenza perdendo precocemente le foglie. Qual è quindi l’approccio giusto? Semplice, annaffiarla quando il terreno è tornato asciutto.

 

stella_nataleluce

 

La pianta apprezza un’atmosfera un po’ umida, con temperatura non inferiore ai 16 gradi. Per mantenerla in salute, evitiamo di esporla alle correnti d’aria e teniamola lontana dalle fonti di calore. Se sopravvive al periodo invernale, è possibile collocarla all’aperto con la bella stagione, quando le temperature esterne sono stabilmente superiori a 18 gradi. Mantenerla in vita tutto l’anno non è un’impresa impossibile. A volte si considera erroneamente morta quando perde le foglie; invece, se ben radicata e con le giuste condizioni, può vegetare d’estate per tornare a fiorire in seguito. Verso la primavera, possiamo procedere con una potatura che la rinforzi, lasciando almeno 10 cm di ogni stelo e provvedendo anche al rinvaso.

Durante il riposo estivo non teme il sole e saranno sufficienti sporadiche irrigazioni. Quando riprenderà a vegetare, sarà opportuno trasferirla in un vaso più grande. A ottobre, la collocheremo per circa un mese e mezzo in un ambiente che rimanga al buio dalle 17:00 alle prime ore del mattino. A Natale, così, potremo ammirarla di nuovo nel suo splendore colorato.

 

stella_natale

 

Non ci sentiamo sicuri della sua sopravvivenza e, per sicurezza, vorremmo ottenere nuove piante? Ad aprile e a maggio possiamo ricavare delle talee di ramo di 8-9 cm con un paio di foglie, per tentare la moltiplicazione.

Concludiamo con un piccolo avvertimento: il lattice della pianta è leggermente tossico. Può irritare la pelle e causare un forte bruciore agli occhi o alla bocca, se vi entra in contatto. Meglio, quindi, utilizzare i guanti durante le operazioni di potatura e rinvaso, oltre a fare attenzione agli animali domestici, che potrebbero ingerire parti della Stella.

Non ci sono altre controindicazioni, per godersi la bellezza di una pianta il cui fascino ha viaggiato nei secoli!

 

 

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