Pompei
di Virginia Torriani
Pompei è una città dalle origini antichissime, quasi quanto Roma. Le prime testimonianze sulla fondazione della città si datano tra la fine del VII e la prima metà del VI sec. a.C., quando si realizza la prima cinta muraria in tufo, detto “pappamonte”, che delimitava un’area di 63,5 ettari. Una civiltà ‘mista’, nella quale erano fusi elementi indigeni, etruschi e greci, portò allo sviluppo della città.
Un visita a Pompei non può prescindere da un’escursione agli Scavi archeologici, che sorgono su un pianoro formato da una colata di lava vesuviana, a circa 30 metri sul livello del mare, a controllo della valle del fiume Sarno, alla cui foce sorgeva un fiorente porto.
Il percorso alla scoperta del centro antico parte dal Foro, cuore pulsante della città, polo religioso economico e culturale, Agorà dei dibattiti politici. Venne ampliato nel II secolo a.C., quando la tradizionale pavimentazione in tufo fu sostituita da quella in travertino e la piazza si arricchì di numerose botteghe artigiane ed edifici pubblici. Al centro si erge il tempio di Apollo, uno degli edifici di culto più antichi di Pompei.
Altra antichissima costruzione – risale all’80 a.C. – è l’anfiteatro: l’edificio in pietra ospitava fino a 20.000 spettatori, che si riunivano in questa arena per assistere alle sanguinose battaglie tra gladiatori. A differenza degli altri anfiteatri romani quello pompeiano non ha sotterranei, mentre nella parte superiore sono ancora visibili i fori utilizzati per sostenere la copertura in modo da proteggere gli spettatori sia dal sole che dalla pioggia.
Poco lontano dal Foro si trova anche la Casa del Fauno, un’antica villa romana che occupa circa 3000 metri quadrati: è una delle abitazioni più antiche e maestose della città e probabilmente apparteneva a un esponente di spicco della nobiltà romana. Deve il suo nome a una piccola statua bronzea raffigurante un Fauno, divinità romana dei boschi e della natura, posta nell’atrio al centro dell’impluvio. Circondata da ampi giardini, la struttura è caratterizzata da più entrate. Sono ancora rintracciabili gli ambienti di uso personale – bagni, stalla, terme e cucina – e quelli di rappresentanza. Il centro dell’abitazione era abbellito da un mosaico che raffigurava la vittoria di Alessandro Magno su Dario re di Persia, attualmente in mostra al museo di Napoli.
Situato a poca distanza dalla Casa del Fauno, il Teatro Grande, sulla cui scena venivano rappresentate le celebri commedie di Plauto e Terenzio. Le gradinate a ferro di cavallo furono realizzate sfruttando la cavità del pendio su cui sorge. La struttura poteva accogliere circa 5.000 spettatori e ad ognuno era riservato un posto numerato. Il palcoscenico e la scena erano corredate di statue e marmi.
Al di fuori degli Scavi da vedere senz’altro il Santuario della Vergine del Rosario, uno dei maggiori centri di devozione mariana in Italia. Il monumento fu costruito tra il 1876 e il 1891 ed è stato ampliato più volte nel corso dei secoli per ricevere l’enorme flusso di fedeli che si recano ancora oggi a visitare il quadro della Vergine. La basilica è a croce con tre navate accompagnate da tre altari che si congiungono dietro l’abside. La navata centrale culmina in una cupola alta 57 metri.
Altra tappa obbligatoria è la Villa dei Misteri, uno dei siti più visitatati di Pompei, soprattutto per la serie di affreschi che mostrano i misteri dionisiaci di cui ancora si ignora il reale significato. Caratterizzata da oltre settanta ambienti finemente decorati e affrescati, l’edificio si trova leggermente fuori le mura antiche della città.