Il sorprendente mondo degli animali che si mimetizzano
di Ugo Cirilli
Il mondo naturale talvolta è un ambiente difficile per le sue stesse creature. I predatori sono un grande problema per tanti animali, che non hanno la forza per difendersi dagli attacchi. Tuttavia, Madre Natura non priva gli esseri viventi degli strumenti per la sopravvivenza e uno dei più sorprendenti è, sicuramente, il mimetismo.
Confondersi nell’ambiente può essere la soluzione vincente di fronte a un pericolo, soprattutto quando fuggire o lottare rischiano di rivelarsi un pericoloso spreco di energie. Se l’animale mimetico più conosciuto è, probabilmente, il Camaleonte, tante specie ricorrono a questa caratteristica singolare.
Tecnicamente, gli scienziati distinguono due forme di mimetismo: il mimetismo criptico o criptismo o quello fanerico. Nel primo caso, un animale si confonde semplicemente con l’ambiente circostante, cercando di risultare invisibile o quasi. Nel secondo, invece, imita il “look” di un’altra specie, tossica o comunque pericolosa: risulta quindi visibile, ma ha un aspetto mirato a scoraggiare i predatori.
Vediamo alcuni esempi di questi raffinati stratagemmi della natura!
Dagli insetti ai rettili, alcuni maestri del mimetismo
Tra gli animali che possono lasciarci a bocca aperta per lo stupore troviamo sicuramente l’Insetto Foglia, l’Insetto Stecco e il bruco della Farfalla Barone, che a un primo sguardo sembrano davvero parti di piante. Particolarmente suggestivo è poi il caso della Mantide Orchidea, che ricorda in maniera impressionante l’apprezzato fiore. Questi veri professionisti del mimetismo tra la vegetazione hanno un “collega” marino davvero singolare: il Dragone Foglia, un cavalluccio ricoperto da filamenti che sembrano alghe o altre piante acquatiche. Il Cavalluccio marino pigmeo, invece, ha sviluppato un look specifico per un determinato ambiente: si confonde infatti benissimo con i coralli.
Non sono solo le creature più piccole ad avvalersi dei vantaggi del mimetismo, che può rappresentare anche una strategia per la caccia. La Volpe artica, ad esempio, si confonde con le distese innevate grazie al bianco candido della sua pelliccia. Una caratteristica comune ad altri animali che vivono in ambienti particolarmente freddi, come la Pernice bianca.
Precedentemente ci siamo soffermati anche sul criptismo, in cui un essere vivente “imita” il look di una creatura tossica o comunque pericolosa, sperando di spaventare i predatori. Alcuni esempi? I cosiddetti “zanzaroni”, scientificamente chiamati Tipulidi, che non possono pungere ma evocano nell’aspetto insetti come la zanzara, o la falena Sesia bembeciformis, davvero simile a una vespa.
I raffinati risultati dell’evoluzione
Le livree mimetiche di tanti animali sono il frutto di una lunga selezione naturale, un adattamento all’ambiente figlio dell’evoluzione. Come funziona il mimetismo delle specie che, anziché avere una colorazione fissa, riescono a cambiarla in base all’ambiente? È il caso, ad esempio, del già citato Camaleonte e del Polpo mimetico. Il Camaleonte riesce in questo numero da vero trasformista del mondo naturale grazie ad alcune sostanze colorate, i pigmenti, contenuti nelle cellule della pelle dette cromatofori. Tali cellule possono espandersi o ridursi nelle dimensioni, rendendo così visibili o invisibili alcune sfumature. Un particolare che non tutti conoscono è la funzione del suo mimetismo, che non si limita al “camuffamento”: ad esempio, se le temperature si abbassano l’animale diventa più scuro, per attrarre meglio i raggi solari. Inoltre, l’”umore” del Camaleonte può provocare variazioni cromatiche della sua pelle.
Anche il Polpo mimetico, come altre specie, cambia la sua livrea grazie ai cromatofori. Questo cefalopode però porta il concetto di mimetismo a nuovi livelli, mutando addirittura la forma del suo corpo per imitare altri animali. Può assomigliare a un serpente di mare, a un granchio, a un Pesce leone… si stima che riesca ad assumere le sembianze di 15 esseri viventi diversi. Sembra che riesca addirittura a capire quale “camuffamento” può spaventare di più ogni specifico predatore, trasformandosi di conseguenza.
Come avviene in altri ambiti, anche nel mimetismo l’uomo ha tratto ispirazione dalla natura, sviluppando i tessuti “camouflage” ripresi poi dalla moda. Ma in questo settore, come abbiamo visto, la natura si rivela la creativa più sorprendente.