17 gennaio, la Giornata Mondiale della Pizza
di Ugo Cirilli
Se organizzassimo un sondaggio dal Nord al Sud del nostro Paese per votare i più popolari simboli dell’italianità, la pizza probabilmente metterebbe d’accordo tutto lo stivale. Un piatto conosciuto a livello mondiale, che con la sua prelibatezza ha contribuito a diffondere le caratteristiche della tipica cucina italiana: tradizione, gusto e semplicità.
Chi inventò la pizza? Per scoprirlo dobbiamo risalire al lontano 1889, quando il cuoco napoletano Raffaele Esposito creò la prima Margherita della storia: era chiamata così in onore della Regina Margherita e i suoi ingredienti richiamavano intenzionalmente i colori del tricolore nazionale. Prima di allora, esistevano prodotti simili nell’impasto (già presenti presso gli antichi Romani e gli Egizi), ma più vicini a una focaccia nel risultato finale. Chissà se Esposito immaginò mai che la sua creazione avrebbe avuto un successo planetario… venendo rivisitata nelle versioni più disparate, perfino dolci!
Si stima che ogni giorno, oggi, solo in Italia vengano sfornate 8 milioni di pizze. Le imprese italiane che le producono sono quasi 127.000, delle quali 76.350 dedite alla ristorazione. Il settore dà lavoro nel nostro Paese a circa 105.000 pizzaioli, che nei weekend diventano oltre 200.000. Quali sono le pizze più amate? Il 78,8 % dei clienti predilige quelle tradizionali e sceglie una Margherita, una Capricciosa, una Napoletana o una Marinara.
Il successo della pizza e la sua capacità di unire il Paese e il mondo, almeno nel segno della buona tavola, l’hanno resa perfino Patrimonio UNESCO, dal 2017. E il 17 gennaio si celebra la sua Giornata Mondiale! Com’è nata questa ricorrenza e perché si tiene proprio in quella data?
L’omaggio alla tradizione
La celebrazione è nata dalla volontà dell’Associazione Verace Pizza Napoletana e di altre realtà del settore, per festeggiare e tutelare sempre più una tradizione fiore all’occhiello della gastronomia tricolore. La scelta del 17 gennaio è dovuta a un’antica usanza: sembra che in tale data i pizzaioli napoletani chiudessero le loro attività, concedendosi un giorno di pausa per riunirsi e accendere un fuoco di ringraziamento per il loro Santo protettore, Sant’Antonio Abate. Oggi la ricorrenza è invece un’occasione per iniziative speciali dedicate al gustoso piatto: una ricerca degli eventi che hanno luogo nella propria zona permetterà di conoscere le opportunità in dettaglio.
L’anno scorso, ad esempio, alcune pizzerie dell’area vesuviana hanno proposto prezzi speciali per l’occasione: solo due euro per una Margherita o una Marinara, 4 euro per le altre pizze. Le celebrazioni potranno spaziare dall’ambito puramente gastronomico alla cultura: ad esempio, presso la libreria Feltrinelli di Napoli di Via Santa Caterina a Chiaia il 17/01/2020 sarà presentato il libro “O’ pizzaiuolo. Un’arte Patrimonio dell’UNESCO” a cura di Sergio Miccù, con le storie di 40 affermati pizzaioli napoletani. E presto potrebbe prendere concretamente forma un omaggio alla grande tradizione proposto dall’Associazione Verace Pizza Napoletana e dall’Associazione Pizzaioli Napoletani: una statua in bronzo alta circa due metri dedicata alla figura del pizzaiolo, da collocare in un luogo pubblico della città partenopea. Un’ulteriore dimostrazione della presenza della pizza non solo nelle tradizioni culinarie, ma nell’identità culturale di Napoli e di tutto il nostro Paese.