Alla scoperta del Polo Nord
di Virginia Torriani
Un viaggio alla scoperta del Circolo Polare Artico, comunemente conosciuto anche come Polo Nord: più che una vacanza, uno di quei viaggi da ricordare per la vita. Situato all’80° parallelo, contraddistinto da luoghi incontaminati e abitato da meravigliose specie animali, come orsi polari, trichechi, foche e uccelli rari, buoi muschiati, lemming, renne, volpi e lepri artiche, questa terra dall’ecosistema estremamente fragile regala a chi la visita emozioni ed esperienze indimenticabili.
L’itinerario di viaggio, dato il luogo impervio e difficilmente accessibile, è affidato a tour operator specializzati, che offrono crociere su navi rompighiaccio alternate a tappe presso i villaggi più estremi del continente. Spesso la rotta proposta è modificata a seconda degli eventi atmosferici: sapersi adattare fa parte a tutti gli effetti dell’avventura.
Gli itinerari principali partono da Murmansk, che con una popolazione di 400.000 abitanti è la città più grande a nord del Circolo Polare Artico. La sua posizione geografica è quasi equidistante da Mosca e dal Polo Nord ed è il porto di riferimento dei rompighiaccio nucleari russi.
Da qui si inizia solitamente la prima giornata di navigazione, facendo rotta verso nord, dove sarà possibile avvistare balene e numerose specie di uccelli artici.
Proseguendo si raggiunge l’estesa banchisa polare con i suoi banchi di ghiaccio galleggiante, canali e tratti di mare aperto.
Laddove le condizioni meteo lo consentono la nave può calare il pontile per permettere la discesa dei passeggeri sulla banchisa per brevi escursioni e passeggiate. Chi viaggia nell’Artico può scoprire una natura smisurata e purissima con i suoi incantevoli giochi di luce che, a seconda delle ore della giornata, gettano riflessi sempre nuovi e diversi sui ghiacci galleggianti, sulle pareti imponenti degli iceberg, sulle distese d’acqua ora verde, ora azzurra, ora blu cupo. La sensazione riportata da chi c’è stato è quella di trovarsi su un altro pianeta.
Quando si osserva il Mar Glaciale Artico dalla superficie del pack l’impressione è quella di un mondo immerso nel silenzio, ma accostando l’orecchio alla superficie del mare si possono percepire i suoni provenienti dal mondo sottomarino: tutti i mammiferi che vivono nelle acque artiche emettono richiami. Le foche comunicano con fischi che possono essere uditi a chilometri di distanza; il richiamo più forte è quello del tricheco, il più raro quello della balena polare, il più acuto e gorgheggiante quello del narvalo, il più singolare quello dei beluga.
Raggiunto il punto più a nord della rotta è tradizione inscenare una piccola cerimonia commemorativa e fare un brindisi “in capo al mondo”. La navigazione delle rompighiaccio inverte quindi la rotta per rientrare sul continente. Ci si lascia gradualmente alle spalle le mutevoli e possenti scenografie dei ghiacci polari. Man mano che si procede verso sud ritornano i gabbiani color avorio che sorvolano la nave e aumentano le possibilità di incontro con gli orsi polari.
Interessante anche la navigazione nelle acque di Zemlya Frantsa Josifa, l’arcipelago russo di Francesco Giuseppe situato tra i 79 e 81° di latitudine nord, che conta 191 isole e isolotti chiusi nella morsa del ghiaccio. Scoperta solamente nel 1873, ancor oggi in buona parte inesplorata, la Terra di Francesco Giuseppe si presenta in tutta la sua selvaggia bellezza con montagne di roccia basaltica coperte di neve. Sull’isola del Principe Rodolfo, la più settentrionale, il Duca degli Abruzzi e i suoi uomini trascorsero l’inverno 1899/1900 nel tentativo di raggiungere il Polo Nord e il 21 luglio raggiunsero Capo Flora, il punto più a sud nell’arcipelago.
Capo Flora, situato sull’isola di Northbrook, vanta un promontorio che si erge con i suoi torrioni rocciosi digradanti in una spianata ricoperta, durante la brevissima estate, da un tappeto di muschi, licheni e delicati fiori artici. Qui è stato eretto un obelisco in ricordo dei tre uomini dispersi nel corso della spedizione del Duca degli Abruzzi.
L’ultima tappa prima dello sbarco a Murmansk, e il rientro in Italia, è Capo Norvegia, dove trascorse l’inverno Fridtjof Nansen, e dove si trovano i resti di storiche esplorazioni.