Rientro a scuola
di Virginia Torriani
Il ritorno sui banchi di scuola non è mai stato tanto atteso e sperato quanto quest’anno. Pur nei tanti cambiamenti e nelle numerose incertezze, tutti – genitori, bambini e ragazzi, insegnanti – sono contenti di poter tornare finalmente in classe e alla didattica in presenza.
Per la maggior parte delle scuole la campanella suonerà il 14 settembre. Per rigor di cronaca occorre precisare che le aule si sono aperte già il 1° settembre per tutti quegli studenti che avevano qualche insufficienza da recuperare; mentre alcune Regioni hanno ritenuto opportuno riprendere in una data successiva.
La giornata scolastica di famiglie e studenti partirà in realtà già da casa, dove si dovrà autonomamente provvedere alla misurazione della temperatura. Questo significa che all’ingresso delle scuole non saranno presenti i termoscanner. Se lo studente ha più di 37.5 non potrà andare a lezione. Inoltre, per poter accedere nell’istituto, non deve avere altri sintomi respiratori e non deve essere stato nei 14 giorni precedenti in quarantena o a contatto con una persona risultata positiva al Covid.
L’ingresso degli studenti al mattino potrebbe avvenire secondo orari scaglionati, per non creare assembramenti all’entrata, ma anche in funzione di una agevolazione del trasporto pubblico locale. A bordo degli scuolabus si dovrà rispettare la distanza di sicurezza di un metro quindi i posti andranno riempiti seguendo l’allineamento verticale dei sedili. Solo i fratelli o i bambini che vivono sotto lo stesso tetto potranno sedersi accanto. Per tutta la durata del tragitto inoltre dovrà essere indossata la mascherina.
Obbligo di indossare la mascherina all’entrata e all’uscita delle scuole, oltre che in tutti gli ambienti interni e in tutte quelle situazioni in cui non sia possibile mantenere adeguato distanziamento tra le persone. La disposizione riguarda i docenti, i presidi, i bidelli e gli studenti dai 6 anni in su. I ragazzi potranno abbassarla, una volta entrati in classe, solo se viene rispettato il metro di distanza, ma dovranno rimetterla se si spostano dal proprio banco. Per i bambini sotto i 6 anni non è previsto l’uso delle mascherine.
In tutti gli ambienti scolastici la distanza minima da tenere sarà di un metro. In classe il distanziamento è stato calcolato da centro del banco a centro del banco. La stessa distanza dovrà essere rispettata anche in sala professori, nelle mense e davanti ai distributori automatici di snack. In palestra, la distanza minima dovrà essere invece di due metri.
Il servizio mensa sarà organizzato a turni. Se i locali sono stati riconvertiti in spazi didattici, si potranno utilizzare i lunchbox. In ogni caso, la somministrazione del pasto deve prevedere la distribuzione in mono-porzioni: vaschette separate unitariamente a posate, bicchiere e tovagliolo monouso e possibilmente compostabile.
Spetta ai presidi decidere come si dovranno articolare le lezioni: distribuendole ad esempio su 6 giorni o riducendo i moduli orari rispetto ai 60 minuti tradizionali. Nella fase di partenza, la didattica a distanza potrà essere usata in via complementare solo alle superiori. Nel malaugurato caso di un nuovo lockdown, andranno garantite 10 ore di lezione a distanza in prima elementare, 15 alle medie e 20 alle superiori.
In ogni scuola infine è prevista la presenza di un medico competente per la sorveglianza sanitaria. Tra i suoi compiti, anche la tutela dei lavoratori fragili.