Le carte da gioco, passatempo dalle origini antiche
di Ugo Cirilli
Il gioco delle carte è un passatempo che sopravvive all’avanzare della tecnologia e del digitale; anzi, cavalca l’innovazione, visto che esistono da molto tempo versioni virtuali come il classico “solitario”.
Le origini delle carte sono così remote da perdersi nella notte dei tempi. Le testimonianze più antiche risalgono al X secolo e provengono dalla Cina e dall’India. Già le prime carte cinesi avevano dei “semi”, piccoli simboli: Jian o Qian (“monete”), Tiao (“stringhe di monete”, perché la moneta del tempo era forata per essere legata) e Wan (“diecimila”). Non sappiamo come si svolgesse esattamente il gioco; secondo un’ipotesi, le carte sarebbero state al tempo stesso un oggetto ludico e una forma di denaro. In India si giocava anticamente al Ganjifa, un passatempo con carte rotonde citato da testimonianze del XVI secolo. Anche in questo caso troviamo un’antica versione dei semi, con personaggi rappresentati su sfondi colorati. In seguito la tradizione delle carte giunse nel mondo arabo.
L’arrivo nel mondo arabo e in Europa
Una versione del gioco si diffuse tra i Mamelucchi, popolo di soldati egiziani che tra il XIII e il XVI sec. guidò l’Egitto e la Siria. Avevano un mazzo con 52 carte e quattro semi: “bastoni da polo”, “denari”, “spade” e “coppe”. Ogni carta era decorata finemente a mano ma non comprendeva mai figure umane, per il precetto islamico che ne vietava la raffigurazione. Erano tuttavia riportati nomi come “re” e “viceré”.
Sembra che i contatti commerciali degli europei con gli egiziani, in particolare con i Mamelucchi, abbiano permesso al gioco delle carte di “sbarcare” nel nostro continente dal XIV secolo. In Italia e Spagna si ebbero le prime testimonianze; ad esempio nel 1376 sappiamo che un’ordinanza vietò a Firenze il “gioco delle carte naibbe”. Il “’nàib” era uno dei personaggi delle carte mamelucche, il “deputato” o “viceré” che, come abbiamo visto, non era rappresentato direttamente.
In Italia le carte variarono il loro aspetto a seconda delle zone. Nel Nord ad esempio i bastoni assunsero l’aspetto di scettri, nelle carte di tipo “spagnolo” del Centro e del Sud vennero raffigurati invece come rami o mazze di legno. Secondo un’ipotesi, denari, bastoni, coppe e spade rappresentavano rispettivamente mercanti, contadini, ecclesiastici e soldati del Medioevo.
Alle figure maschili si aggiunse la figura femminile della regina.
Dalla Francia i semi più noti
È dalla Francia che arrivò la più famosa versione dei semi: cuori, picche, quadri e fiori. Si pensa che l’introduzione di questi simboli avesse un’origine pratica: erano più facili da riprodurre, rispetto alle complesse decorazioni delle prime carte e ai semi inventati in Germania, che rappresentavano ghiande, cuori, foglie e campanelli in maniera elaborata.
Le figure
Le figure del re, della regina e del fante hanno un’origine storica: le prime carte europee rappresentavano spesso dinastie reali. Una traccia di tale passato è osservabile nei cambiamenti di valore dell’asso. Oggi quest’ultimo è una carta alta, invece un tempo (fino alla fine del XVIII sec.) era quella di minor valore. Il massimo valore apparteneva allora al re. Secondo alcuni storici, la trasformazione arrivò in seguito alla Rivoluzione francese, come atto che spodestava anche simbolicamente i reali dal gradino sociale più alto. L’ascesa dell’asso, un tempo considerato di scarso valore, rappresentava il riscatto del popolo. Così, oggi siamo abituati a dire “è un asso” di qualcuno che consideriamo un fuoriclasse del suo ambito professionale, artistico, sportivo.
Concludiamo con altre curiosità legate al mondo delle carte:
- Nel 1983 il Metropolitan Art Museum di New York ha pagato 143.252 dollari il più antico mazzo di carte esistente: ha seicento anni ed è decorato a mano. Il collezionista che lo possedeva l’aveva acquistato per circa 3.000 dollari. Una cifra notevole, ma molto inferiore a quella ottenuta dalla vendita!
- Il più alto castello di carte è stato realizzato dall’architetto americano Bryan Berg e raggiungeva i 7 m e 60 cm.
- Sembra che il “solitario” per PC sia stato introdotto da Microsoft in Windows 3.0 non solo come passatempo, ma anche per abituare gli utenti al sistema “drag and drop” (il metodo per trascinare file e cartelle con il mouse).
- Se l’espressione “asso” è utilizzata per definire una persona eccellente, il “due di picche” indica invece una delusione, soprattutto un rifiuto in ambito sentimentale. Deriva dal gioco delle carte francesi, dove il due di picche è la carta dal valore più basso.