La natura tornata regina durante l’emergenza: animali in città
di Ugo Cirilli
In questo periodo cerchiamo tutti di guardare avanti speranzosi, in attesa che il Covid-19 sia un brutto ricordo. Proviamo a immaginare la vita che faremo nel futuro prossimo e meno prossimo, nel “dopo”.
Tuttavia, anche guardando indietro ai difficili momenti del lockdown possiamo trovare qualcosa di positivo. In mezzo a tanto dolore, la natura ci ha sorpresi con la sua bellezza, dandoci un messaggio per l’avvenire.
Gli animali si sono riavvicinati, dapprima esitanti, poi sempre più sicuri, alle aree urbane. Spazi dai quali prima si tenevano alla larga spaventati dal traffico, dallo smog, dalla frenesia del nostro quotidiano, si sono trasformati in un’improvvisa estensione del loro habitat.
Dai daini ai pesci, gli animali italiani mai così urbani
Tanti sono stati gli avvistamenti di animali improvvisamente “cittadini”, nel nostro Paese. Alcuni si sono avventurati proprio nelle aree più centrali, passando accanto alle vetrine, attraversando le vie che rappresentavano il cuore del commercio. È il caso, ad esempio, dei due caprioli apparsi a Casale Monferrato il 17 aprile: hanno osservato la porta di un negozio, colpiti forse dalla loro immagine riflessa, per poi riprendere tranquilli il loro tragitto per le strade.
I cinghiali si sono resi protagonisti di svariate apparizioni in diverse aree: a Genova, ad esempio, un’intera famiglia è stata ripresa davanti alla stazione di Brignole.
A Viareggio un gruppo di daini è stato filmato sul lungomare non più affollato dalla movida, altri due hanno vagato nei pressi della stazione, mentre i tritoni sono tornati a popolare i fossi della Pineta di Levante: un chiaro segnale, perché questi piccoli anfibi sono molto sensibili all’inquinamento.
Nelle condizioni dei corsi d’acqua abbiamo visto in maniera particolarmente evidente il cambiamento ambientale legato al lockdown. Un esempio emblematico è Venezia: i suoi canali sono tornati limpidi, attirando pesci e non solo. Anche una medusa e un cavalluccio marino sono stati osservati mentre nuotavano indisturbati. Un grosso polpo ha fatto la sua comparsa in uno dei punti prima più transitati.
Anche le aree portuali, non più attraversate da un grande movimento di imbarcazioni, hanno attirato gli animali marini. Ad esempio, nel porto di Cagliari sono arrivati i delfini, mentre in quello di Anzio è comparsa addirittura una balenottera minore arrivata dall’Atlantico: un evento assolutamente eccezionale.
Anche nel resto del mondo…
Non solo Italia: le news internazionali raccontano analoghi fenomeni, con gli animali che si aggiravano tranquilli là dove prima regnava l’uomo. Un video ci ha mostrato un canguro saltellare per le strade deserte di Adelaide, in Australia. I leoni marini di Mar del Plata, in Argentina, si sono sdraiati tranquillamente sull’asfalto di una via che conduce al porto, per riposare. L’elenco potrebbe proseguire ancora, dai leoni che dormivano sulla strada del Kruger Park in Sudafrica, chiuso ai turisti, alle capre selvatiche che imperversavano a Llandudno, in Galles.
Se gli animali avessero potuto parlare, a lamentarsi sarebbero stati solo quelli abituati a vivere grazie agli sprechi e ai rifiuti della società. È il caso degli sciacalli apparsi nell’Hayarkon Park di Tel Aviv: prima vivevano ai margini dell’area, cibandosi dei resti di cibo lasciati dalle persone. Durante il lockdown si sono spinti a esplorare il parco verso il tramonto, perché il nutrimento scarseggiava senza la presenza umana.
In generale, comunque, sembra che la natura abbia tratto giovamento dallo stop forzato delle nostre attività abituali. Vedere animali nei centri urbani, acque cristalline e livelli di smog davvero bassi ci spinge a riflettere. Forse, nel lento ritorno alla normalità, prenderanno forma idee e progetti per migliorare il nostro rapporto con l’ambiente.