Le api e il miele
di Ugo Cirilli
Anche quest’anno è stata celebrata, virtualmente come richiedevano le circostanze, una ricorrenza importante per l’ambiente: la Giornata mondiale delle Api, il 20 maggio. Una data scelta dall’ONU non casualmente poiché quel giorno, nel 1734, nacque il pioniere della moderna apicoltura, lo sloveno Anton Janša (1734-1773). Qualcuno forse si domanderà perché sia stato deciso di dedicare ai piccoli insetti un evento di tale portata.
Le api, come abbiamo visto anche in un articolo precedente, sono importantissime per l’ecosistema. Potremmo definirle delle giardiniere della natura, dato che contribuiscono alla riproduzione di moltissime piante.
Quando raccolgono il polline, infatti, questo rimane in parte attaccato alla peluria e alle zampe. Viene così trasportato da una pianta all’altra, o dalla parte maschile a quella femminile di una stessa pianta. Si ritiene che in questo modo le api assicurino il 70% dei processi di impollinazione del Pianeta, permettendo fino al 35% della produzione di cibo globale. A giocare questo ruolo importantissimo non sono solo le api che producono il miele, ma anche le altre specie: ad esempio la megachile rotundata, che ha delle particolari strutture corporee per la raccolta del polline. Con queste riesce a impollinare un numero di piante molto superiore rispetto all’apis mellifera.
Purtroppo le api sono minacciate dall’inquinamento, dai cambiamenti del clima e dai pesticidi, con un tasso di mortalità annuo che può arrivare al 36%. Una specie su dieci di api e farfalle europee rischia di estinguersi, una su tre sta declinando numericamente. Adoperarsi per la loro tutela è più che mai fondamentale, come ci ricorda la Giornata.
Il dolce frutto del lavoro delle api
Oltre all’importante ruolo ambientale, le api sono apprezzate anche per il dolcissimo frutto del loro lavoro, il miele. Le sue proprietà sono varie. Contiene zuccheri altamente digeribili, il fruttosio e il glucosio in forma semplice: rappresenta quindi un valido alleato per quanti si dedicano ad attività ad alto dispendio energetico, come l’esercizio fisico.
Ha inoltre caratteristiche antiossidanti e lenitive, che rafforzano le difese cutanee: viene utilizzato in alcuni trattamenti per la cura del corpo, ad esempio scrub e “bagni di miele”. È impiegato anche nei massaggi, soprattutto caldo. Non a caso, fa parte degli ingredienti di molti prodotti del settore wellness/beauty, come sali da bagno e creme. Si dice che già la regina Cleopatra apprezzasse questo aspetto, rilassandosi con bagni nel latte e nel miele per purificare e idratare la pelle. Lo stesso binomio di ingredienti può essere tuttora utilizzato come maschera nutriente per il viso.
Sul fronte gastronomico, gli utilizzi del dolce prodotto delle api sono sicuramente più noti. Può sostituire del tutto lo zucchero nei dolci, purché si riducano del 20% gli altri ingredienti liquidi. Online troviamo varie ricette che rendono questo ingrediente protagonista: dalla crostata alla cheesecake, senza tralasciare… i piatti salati. Proprio così, è possibile creare insoliti “contrasti armoniosi” di sapori, con la giusta dose di abilità culinaria. Dai primi in cui il miele si lega, ad esempio, alle noci o alle mandorle (quest’ultimo è il caso della “pasta co’ meli” siciliana), ai secondi piatti: si presta infatti efficacemente per glassare carni e pesce.
Importante è conoscere il gusto di ogni tipo di miele, scegliendo attentamente in base alla ricetta da preparare. Il miele di castagno, ad esempio, ha un retrogusto vagamente amaro e si lega bene ai formaggi. Il miele d’acacia, invece, è molto dolce.
Una tutela necessaria
Non dimentichiamo che le api, che ci regalano un prodotto così speciale e permettono alla natura di crescere rigogliosa, sono in pericolo. Fondamentale è l’impegno di tutti per un mondo meno inquinato. Fortunatamente, diverse realtà si stanno adoperando con progetti importanti. È il caso dell’americana Planet Bee Foundation, che organizza iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e workshop di apicoltura. O dell’iniziativa “Salviamo api e agricoltori”, che richiede all’UE di eliminare gradualmente i pesticidi sintetici entro il 2035.
La consapevolezza e le azioni di tutela danno nuove speranze per il futuro dei laboriosi insetti, che ci deliziano fin dall’antichità. Lunga vita alle api!