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15 Ottobre 2020
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Autunno, 5 alberi che danno vita al caratteristico foliage

 

di  Ugo Cirilli

 

 

Romantico, suggestivo, capace di regalare panorami da cartolina: è il fenomeno autunnale del foliage, quando tanti alberi cambiano gradualmente il colore delle foglie. Un tripudio di sfumature, tanto più ricco quanto più varia è la vegetazione in una determinata zona. Giallo, rosso, marrone, arancione… la natura indossa la palette cromatica autunnale abbagliando i sensi con una nuova bellezza, intima e poetica.

Il fenomeno ha inizio e fine variabili, poiché dipende anche dalle temperature. Non si verifica nelle zone equatoriali, dove la differenza climatica legata al cambio di stagione è minore.

I cinque alberi di seguito sono conosciuti per il loro foliage e rappresentano varie sfumature, nella tavolozza con cui Madre Natura dipinge i paesaggi autunnali.

 

Quercia

L’imponente albero, spontaneo in Italia, ha caratteristiche foglie con piccoli lobi dai margini arrotondati. In autunno queste assumono, a seconda del clima e della specie, una colorazione gialla, arancione o rossa. Quest’ultima tonalità è più diffusa nelle querce originarie dell’America, come la quercus rubra.

Curiosamente alcune specie di quercia, pur andando incontro al fenomeno del foliage, non perdono le foglie fino all’arrivo della bella stagione, quando le sostituiscono con altre. Una leggenda vuole che questa caratteristica abbia un’origine… soprannaturale. Si narra che il diavolo chiese al Signore di concedergli almeno un bosco sul quale regnare. Venne accontentato a una condizione: avrebbe avuto potere solo nel periodo in cui fossero cadute tutte le foglie. La saggia quercia si impegnò a trattenere il suo fogliame, così il diavolo non divenne mai padrone del bosco.

 

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Acero palmato

L’acero palmato, di origini orientali, si distingue per la caratteristica colorazione rossa intensa che assume in autunno.

Ormai diffuso a livello internazionale, può raggiungere i 6-10 metri d’altezza e la sua chioma dal colore acceso risalta nella vegetazione, anche quando viene osservata da lontano. Attualmente se ne contano comunque molte varietà, con colorazioni differenti che in autunno possono tendere anche all’arancione, al marrone o al viola.

Un classico dei parchi e dei giardini zen, è una pianta molto adattabile anche alla coltivazione in vaso, tanto da rappresentare una specie apprezzata dagli appassionati di bonsai. Un acero palmato in miniatura ci permetterà di godere della magia del foliage anche se non disponiamo di un ampio giardino!

 

acero_

 

Castagno europeo

Questo albero dalla chioma tondeggiante è caratterizzato da un’incredibile longevità: può arrivare a vivere più di mille anni. Si ritiene che il famoso castagno di Centocavalli, sull’Etna, abbia un’età superiore ai quattro millenni. Secondo una credenza diffusa, avrebbe offerto riparo anche alla Regina Giovanna d’Aragona e al suo seguito. Presunti castagni plurimillenari si trovano anche in altri Paesi, come l’Inghilterra e la Francia.

Dopo l’estate le foglie della pianta iniziano a colorarsi di tonalità dal giallo all’arancio. A collocarlo di diritto tra le piante simbolo dell’autunno non contribuisce solo il foliage, ma anche il suo apprezzato frutto, la castagna. Per molto tempo ha rappresentato una fonte alimentare importantissima per gli abitanti delle aree montane, anche sotto forma di farina, pane e marmellata. Prodotti tuttora molto apprezzati, così come il miele di castagno dal retrogusto leggermente amaro.

 

castagno_

 

Frassino

Un albero molto diffuso nell’emisfero boreale, è originario dell’Europa e del Caucaso. È facile vederlo nei nostri boschi, ma viene utilizzato spesso anche nel verde urbano: oltre ad avere un’ampia chioma molto decorativa, cresce rapidamente, è molto resistente e riesce ad assorbire quantitativi notevoli di anidride carbonica.

Un bel giallo oro è il colore che le sue foglie assumono in autunno, aggiungendo una nota brillante ai caratteristici paesaggi. Una curiosità: da alcune specie di frassino, come il frassinus ornus diffuso anche in Italia, viene estratta la manna. È una linfa ricavata dalla corteccia, utilizzata in pasticceria come dolcificante, oltre che in ambito cosmetico e farmaceutico. Le coltivazioni di frassino da manna, un tempo più diffuse, oggi sono limitate ad alcune zone della Sicilia. Proprio per l’abbandono graduale di questa tradizione agricola, oggi la manna è un prodotto dal costo piuttosto elevato.

 

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Larice

Il larice comune, a differenza delle altre conifere europee, è una pianta decidua, che perde cioè le foglie con la stagione fredda. All’arrivo dell’autunno attraversa quindi la tipica fase del cambiamento cromatico, passando dal colore verde al giallo.

Con la sua forma, che ricorda quella di un abete, aggiunge sicuramente un elemento di varietà al foliage italiano, rappresentato per lo più da alberi con la chioma tondeggiante. Il suo tronco può raggiungere i quaranta metri e riesce a crescere anche in terreni impervi come le cenge, ossia le piccole sporgenze delle pareti rocciose. Per questo motivo un tempo era chiamato “l’albero degli alpini”.

 

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