21 gennaio giornata mondiale dell’ abbraccio
di Virginia Torriani
Il prossimo giovedì 21 gennaio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale degli Abbraccio. Quest’anno sarà sicuramente una ricorrenza ancor più sentita, dal momento che anche questo semplice gesto di affetto ci è stato privato dalla pandemia: nell’impossibilità di poter abbracciare i propri cari e amici si riscopre infatti il profondo valore e significato di questa piccola, grande azione, tanto importante sia per l’umore che per la salute psicofisica.
La Giornata mondiale dell’ Abbraccio venne istituita nel 1986 negli Stati Uniti da Kevin Zaborny con l’obiettivo di alleviare la nostalgia lasciata dalle Festività attraverso un piccolo gesto, segno di affetto e vicinanza, ma anche un vero e proprio toccasana anche per la salute.
Le emozioni che siamo in grado di ricevere o trasmettere mediante un abbraccio infatti aumentano il rilascio di ossitocina, un ormone con un impatto estremamente importante sugli aspetti psicologici ed emotivi e sulla sfera sociale. Di più: attraverso un abbraccio si registra anche un calo del cortisolo, conosciuto anche come l’ormone dello stress, e si favorisce un rilascio delle tensioni. Ma i benefici di un abbraccio non si esauriscono qui: questo gesto d’amore aiuta a proteggere il corpo da infezioni e problemi cardiovascolari, stimola le funzioni cerebrali, allevia il mal di testa, previene il raffreddore, migliora l’umore attenuando l’ansia e rinforzando l’autostima.
Secondo gli scienziati, quando ci si abbraccia, viene rilasciata l’ossitocina, ormone che riduce i livelli di stress e di cortisolo, ormone dello stress. I benefici degli abbracci sono anche a livello cardiovascolare, contro le infezioni e a livello psicologico. Un abbraccio dall’effetto benefico, però, deve durare almeno 20 secondi.
Dispensare abbracci a neonati e bambini è un’azione importantissima per aiutare la loro crescita e il corretto sviluppo emotivo. Un abbraccio può inoltre alleviare le sofferenze e può favorire guarigioni e convalescenze.
Non a caso, anche nelle circostanze attuali e nel rispetto delle norme anti-contagio, sono state costruite apposite “stanze degli abbracci” all’interno di case di riposo e reparti ospedalieri: tende e pareti di plastica che consentono però di stringersi tra le braccia per far sentire agli ospiti e agli ammalati la vicinanza e il calore dei propri cari.
Se negli anni scorsi si era soliti festeggiare la Giornata dedicando non solo qualche attenzione in più a chi si ama, ma anche organizzando veri e propri flash mob, attraverso cui donare free-hugs – abbracci gratuiti – a ogni sconosciuto incontrato per strada, quest’anno dovremo trovare un modo per rendere onore alla ricorrenza diversamente. Per sconfiggere il virus e tornare alla normalità – e quindi anche a potersi abbracciare liberamente – quest’anno non potremo cedere a questo caloroso e spontaneo modo di mostrare affetto, ma si può certamente far sentire la propria vicinanza e presenza in altri modi – una telefonata, un piccolo pensiero – rimandando i contatti a momenti migliori.