17 gennaio, Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali
di Ugo Cirilli
Il 17 gennaio in Italia si celebra la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali, istituita dall’Unione Nazionale delle Pro Loco Italiane (UNPLI). Una ricorrenza nata per valorizzare la varietà linguistica e culturale del nostro Paese, giunta quest’anno alla decima edizione.
Negli ultimi anni i dialetti, come ha spiegato il presidente UNPLI Antonino La Spina, sono stati oggetto di un interesse crescente, che ha toccato anche i mondi delle serie TV e dei social media.
Una riscoperta legata alla loro natura identitaria, di espressione della storia e della cultura di un territorio.
Per l’occasione le Pro Loco e le realtà culturali locali, dalle biblioteche alle scuole, sono state invitate a partecipare con iniziative a tema, naturalmente nel rispetto delle normative sanitarie vigenti. Ai partecipanti viene lasciata ampia libertà organizzativa; ciò che conta è promuovere la ricchezza e la varietà dialettale italiana.
Letture di opere in dialetto, rassegne di libri, rappresentazioni teatrali, convegni… le manifestazioni hanno anche carattere virtuale, come la pubblicazione di post social con espressioni dei dialetti locali tradotte.
Per la Giornata sono stati lanciati gli hashtag #giornatadeldialetto e #dilloindialetto; non solo le istituzioni culturali, ma anche i singoli cittadini possono utilizzarli per i propri post.
Riscoprire quella curiosa espressione ascoltata dai nonni e condividerla online, magari accompagnata dalla traduzione e da aneddoti o cenni storici; ogni contributo è un tassello per ricostruire un grande mosaico di sfumature.
La pagina web https://www.unioneproloco.it/unpli/giornata-nazionale-del-dialetto-2022-gli-eventi/ permette una rapida e agevole consultazione di tutte le iniziative della Giornata 2022, grazie a un menù organizzato per regioni.
Ma quanti sono i dialetti d’Italia?
Contarli è davvero difficile. Vengono distinti tre grandi insiemi: quelli settentrionali, che da Nord arrivano alla linea La Spezia-Rimini, quelli del centro e quelli meridionali, a Sud della linea Roma-Ancona.
In alcuni casi si parla di vere lingue territoriali; è il caso, ad esempio, del napoletano e del lombardo. Secondo il sito “Etnologue: languages of the world”, le lingue territoriali più parlate in Italia sono, in ordine decrescente, il napoletano, il siciliano, il veneto, il lombardo e il piemontese.
Una tale varietà dialettale, in passato, ha rappresentato anche un ostacolo alla comunicazione tra abitanti di regioni diverse. Come spiegato dal linguista Tullio De Mauro, però, dall’Unità d’Italia in poi diversi fattori hanno appianato le differenze, con una diffusione sempre più massiccia dell’italiano.
Dalla scuola alla stampa, per arrivare poi alla radio e alla televisione, nel tempo gli italiani si sono ritrovati sempre più uniti dalla lingua nazionale. Così, oggi si presenta piuttosto un problema opposto: alcuni dialetti rischiano di scomparire, o di essere conosciuti solo da un’esigua minoranza di persone.
Secondo dati ISTAT, nel 2015 solo il 32,2% della popolazione utilizzava oltre all’italiano un dialetto nella quotidianità. Una consuetudine in calo anche tra gli over 75. Capiamo così l’importanza della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali: riconoscersi uniti, cittadini di un solo Paese, riscoprendo allo stesso tempo la varietà di tradizioni e influenze culturali delle nostre regioni. Una varietà che si riflette anche nell’arte, nell’architettura, nella gastronomia, nel folklore.