Giornata internazionale del rock, 13 luglio
di Ugo Cirilli
“I know it’s only rock’n roll but I like it”, cantano i Rolling Stones. So che è solo rock’n roll, ma mi piace. E quel sound semplice e potente, sorretto dal classico trio chitarra-basso-batteria, continua a incendiare i cuori di migliaia di fan in tutto il mondo. Al rock è dedicata una ricorrenza: l’International Rock’n Roll Day, celebrato ogni anno il 13 luglio.
Le origini in uno storico live
La data scelta nasce da un grande evento: in quella giornata, nel 1985, si tenne il famoso Live Aid. Un concerto di beneficienza che si svolse contemporaneamente in due location, il Wembley Stadium di Londra e il John F. Kennedy Stadium di Philadelphia, USA. Venne organizzato dai musicisti Bob Geldof e Midge Ure, con l’obiettivo di raccogliere fondi per contrastare la carestia che colpiva l’Etiopia. Superstar del rock e del pop risposero all’appello: tra loro Led Zeppelin, U2, Madonna, Bob Dylan, Dire Straits, Tina Turner, Queen… Gli show proseguirono per ben 16 ore, seguiti da circa due miliardi di telespettatori in 150 paesi e da oltre 160.000 persone dal vivo. L’evento permise di raccogliere la somma di 150 milioni di sterline, oltre a portare l’emergenza carestia al centro dell’attenzione mediatica. Un successo che fu possibile, come spiegò Bob Geldof, grazie “alla lingua franca del mondo, che non è l’inglese ma il rock’n roll”.
Il 13 luglio, se siamo fan di questo genere musicale, possiamo celebrare la ricorrenza ascoltando le nostre canzoni preferite. Può essere una data memorabile anche per avvicinarsi alla pratica di uno strumento, se vogliamo passare dal ruolo dei semplici ascoltatori a quello dei musicisti!
Il rock secondo… la scienza
La scienza si è interessata al rapporto tra mente e musica. Alcune ricerche ci aiutano a capire come nasca l’energia contagiosa del rock. Ad esempio, i ricercatori dell’Università della California Daniel Blumstein e Greg Bryant hanno studiato gli effetti di vari generi musicali. Dai loro studi è emerso che le improvvise variazioni di frequenza e l’utilizzo dei distorsori, frequenti nel rock, hanno un effetto “energizzante” per ragioni istintuali. Suoni che virano verso le alte frequenze e riff strumentali distorti evocano i versi di animali in allerta, come i ruggiti, catturando subito la nostra attenzione e inducendo una certa tensione. Uno stato che può risultare piacevole, se si desidera una sferzata di energia che “dia la carica”. Questo effetto risulta più marcato se il brano non si presenta troppo uniforme, ma prevede delle variazioni di intensità (ad esempio un ritornello o un assolo grintosi che “esplodono” dopo una strofa più tranquilla).
Il neuroscienziato Daniel J. Levitin ha invece riscontrato che la musica di nostro gradimento induce il rilascio della dopamina, l’”ormone del benessere”, nell’organismo. Altre ricerche hanno associato in particolare la musica ritmata e dal mood positivo a un miglioramento dell’umore, che rafforza la motivazione in alcune forme di attività fisica come la corsa o la camminata veloce.
Nel 2015 il dott. Jacob Jolij dell’Università di Groningen ha analizzato oltre 200 canzoni considerando vari fattori (accordi, ritmo, testi… ), per individuare le tracce più adatte a favorire il buonumore. Quale canzone ha inserito in pole position? Un classico rock, “Don’t stop me now” dei Queen!
Naturalmente, nei gusti musicali esiste sempre una componente soggettiva. Ogni fan del rock, quindi, selezionerà la propria playlist per celebrare l’International Day of Rock’n Roll!