La Settimana Enigmistica: il 23 gennaio 1932 usciva il primo numero
di Ugo Cirilli
Il 23 gennaio del 1932 usciva il primo numero di una delle riviste italiane più diffuse e longeve: la Settimana Enigmistica. A idearla e lanciarla fu Giorgio Sisini (1901-1972), un imprenditore discendente da una nobile famiglia sarda. Laureato in Ingegneria all’Università di Liegi, fino al 1930 si occupò delle proprietà familiari, poi decise di trasferirsi a Milano e avviare una nuova attività. A ispirarlo, un settimanale che aveva scoperto durante un viaggio in Austria: Das Rätsel, dedicato alle parole crociate. Il celebre gioco enigmistico esisteva dal 1913, quando era stato inventato da un giornalista inglese emigrato in America, Arthur Wynne. Sempre negli States erano nato il primo libro interamente dedicato al passatempo, lanciato da una casa editrice che avrebbe fatto molta strada: Simon&Schuster. Gradualmente, le parole crociate si stavano diffondendo anche in Europa, ma mancava una pubblicazione a tema nel nostro Paese.
La nuova rivista italiana all’inizio s’ispirò dichiaratamente al giornale austriaco anche nella grafica: il primo numero ne riprendeva una copertina, con i quadretti scuri del cruciverba che formavano il volto dell’attrice messicana Lupe Vélez (1908-1944). Dopo 19 numeri sulla cover iniziarono ad apparire le fotografie, secondo lo stile ancora in voga, alternando un personaggio maschile e uno femminile.
L’intuizione di Sisini, che fu l’unico redattore per le prime edizioni, si rivelò vincente. La Settimana Enigmistica conobbe presto una grande popolarità. Durante la guerra il piccolo periodico veniva portato perfino nelle trincee dai soldati. Oggi si ritiene che assieme alla televisione, ai quotidiani e ad altre riviste di grande diffusione, abbia dato un contributo importante all’alfabetizzazione del nostro Paese: se nei primi decenni del ‘900 circa il 40% degli italiani era analfabeta, nel dopoguerra questa percentuale si ridusse al 14%.
Dagli esordi, la Settimana Enigmistica ha conservato sempre la sua impostazione di base. Certo, nel tempo sono avvenuti cambiamenti come l’introduzione del colore, l’arrivo di rubriche diverse e nuovi giochi, ma il famoso passatempo ha mantenuto inalterata la sua natura. La rivista, oggi diretta dal nipote di Giorgio Sisini assieme ad Alessandro Bartezzaghi, trova la sua forza in un pubblico ancora affezionato al cartaceo, con un boom di vendite soprattutto in estate. Qualche anno fa la testata “Il Post” ha ottenuto una delle poche interviste rilasciate dalla redazione ai media, scoprendo un microcosmo in cui si lavora ancora, in buona parte, con metodi tradizionali. I PC vengono utilizzati soprattutto per le questioni amministrative e per le email, mentre la fase di progettazione dei giochi è svolta ampiamente “con la matita e la gomma”. Questo non significa tralasciare il mondo online, oggi imprescindibile o quasi: la Settimana enigmistica può essere scaricata anche in digitale per tablet, grazie a un’apposita app, ed è presente sui social.
Anche nel nostro presente iperdigitalizzato, il fascino della piccola rivista con i quadretti bianchi e neri trionfa. Come riferito dalla redazione, l’arrivo del web ha impattato negativamente sulle vendite ma in misura inferiore rispetto ad altre riviste. La Settimana Enigmistica continua ad avere i suoi fan affezionatissimi e possiamo pensare che resterà con noi a lungo, nella sua rassicurante fedeltà alle origini. Chissà se il Conte Sisini, poi nominato Cavaliere del Lavoro, avrebbe immaginato una tale longevità per la sua creatura!