Com’è nato il calendario gregoriano e cosa significano i nomi dei mesi?
di Ugo Cirilli
Corre l’anno 1582 quando un Papa prende una drastica decisione: cancellare dal calendario i giorni tra il 5 e il 15 di ottobre, proiettando le persone nel futuro. Così, una mattina le persone constatano di essere già arrivate alla metà del mese, saltando di fatto una decina di giornate. Non è la trama di un romanzo fantasy, ma un evento storico realmente accaduto.
Entrò così in vigore, infatti, il calendario gregoriano oggi utilizzato in quasi tutto il mondo. Per quali ragioni venne presa questa decisione?
Prima di allora il calendario in uso era ancora quello giuliano, reso ufficiale nel lontano 46 a.C. per volontà di Giulio Cesare. Nel ‘500 il medico e astronomo Luigi Lilio si accorse però che quel sistema doveva essere modificato: l’anno solare dura 365 giorni, 48 minuti e 46 secondi, non 365 giorni esatti come si riteneva un tempo. Così, per secoli l’equinozio di primavera e la Pasqua erano stati attribuiti a date sbagliate. Luigi Lilio prese parte a una commissione di esperti che propose a Papa Gregorio XIII la riforma del calendario. Il pontefice decise di adottarla immediatamente; per farlo, l’unica possibilità era proprio far compiere un… balzo nel futuro a tutti. Con la bolla papale “Inter gravissimas”, di fatto, dieci giorni vennero eliminati dal calendario.
Avvenne in questo modo l’allineamento all’ anno solare. Anche il calendario gregoriano è imperfetto nella stima dell’orbita effettiva della Terra attorno al Sole, ma si tratta del più preciso mai ideato. Ha un margine di errore di soli 6 giorni ogni… 10.000 anni.
Oggi solo il Nepal, l’Iran, l’Afghanistan e l’Etiopia non lo utilizzano. Ad Addis Abeba, capitale etiope, il Capodanno del 2000 è stato celebrato in grande come nel resto del mondo: ai festeggiamenti si sono esibiti anche i Black Eyed Peas. Per la parte del Pianeta che segue il calendario gregoriano, però, quella era la notte tra… l’11 e il 12 settembre 2007.
I nomi dei 12 mesi
Come sono nati i nomi dei mesi che tuttora utilizziamo? Le loro origini sono ancora più antiche del calendario gregoriano e risalgono all’antica Roma.
Gennaio prende il nome dal dio Giano, rappresentato con due volti, uno che guarda avanti, al futuro, e uno indietro. Un simbolo dell’inizio del nuovo anno, un momento sospeso tra il ricordo dell’anno appena concluso e le nuove prospettive. Febbraio deriva dal dio etrusco della purificazione Februus, marzo da Marte, divinità guerriera ma legata anche alla fertilità e alla natura che in primavera si risveglia.
Le origini di aprile sono più incerte: forse prende il nome dalla dea etrusca Apru, forse dal verbo latino “aperire”, “aprire”, riferito allo schiudersi dei fiori. Maggio è probabilmente riferito alla dea romana Maia, legata come Marte alla fertilità, mentre giugno deriva dalla dea Giunone, protettrice del matrimonio, del parto e degli animali. Luglio è una derivazione di “Iulius”: venne infatti chiamato così in onore di Gaio Giulio (Iulius) Cesare, nato in quel mese. Anche agosto rappresenta un omaggio a un imperatore, Augusto. Settembre, ottobre, novembre e dicembre invece prendono semplicemente il nome dalla posizione che occupavano nel calendario romano in uso prima del 46 a.C.: sette, otto, nove e dieci. Era infatti formato da soli dieci mesi.
I nomi dei 12 mesi vennero cambiati solo nel 1793 dai rivoluzionari francesi, che li sostituirono con denominazioni pittoresche come vendemmiaio, brumaio, nevoso… una novità che fu abolita però nel 1805 da Napoleone.
Così, ancora oggi tutta l’Europa utilizza parole che rievocano l’antichità romana ed etrusca.