Professione doppiatore: come avvicinarsi al settore e formarsi
di Ugo Cirilli
Se tanti film stranieri ci emozionano lo dobbiamo anche a loro: i doppiatori, che rappresentano un vero ponte tra culture. Professionisti che attraverso la voce traducono non solo le parole, ma anche gli stati d’animo, la potenza espressiva degli attori.
La figura del doppiatore si affermò tra la fine degli anni ’20 e gli anni ’30. La Metro Goldwyn Mayer aveva inizialmente chiesto agli attori di recitare versioni in italiano di alcuni film, ma i risultati non erano convincenti. Anche Stanlio e Ollio si cimentarono nell’impresa; il risultato fu un accento talmente comico, che i doppiatori pur perfezionando la parlata decisero di mantenerlo. Il doppiaggio eseguito da professionisti di madrelingua italiana rappresentò una svolta: si era consolidata una nuova figura. Nel 1932 nacque il primo studio di doppiaggio a Roma, città che divenne un punto di riferimento per il settore.
Avvicinarsi al doppiaggio: quali sono i requisiti?
Quali sono le caratteristiche richieste a doppiatori e doppiatrici? Questa professione prevede sia competenze nella modulazione vocale che abilità di recitazione. Si tratta infatti di dare voce a personaggi di film, fiction, oggi anche di videogame e lungometraggi d’animazione. Rappresentare, insomma, emozioni.
Esistono scuole e corsi di doppiaggio in cui si apprendono le specifiche abilità legate al mestiere. Tra queste, la sincronizzazione del parlato con il movimento delle labbra degli attori e le basi della recitazione. Come abbiamo visto, infatti, il doppiatore è paragonabile a un attore che non mostra la propria immagine: l’intensità della sua interpretazione può fare comunque la differenza. Chi proviene da esperienze o percorsi formativi di recitazione si troverà avvantaggiato, ma una scuola o un corso validi in genere contemplano anche nozioni di questo tipo.
I corsi hanno durata varia a seconda del programma, quindi ognuno potrà trovare una proposta adatta alle proprie esigenze.
Iniziare un percorso professionale
Raggiunta una preparazione adeguata, come avvicinarsi alla professione? Innanzitutto è bene conoscere le varie opportunità del settore. L’impiego più conosciuto è la “traduzione” delle battute degli attori stranieri. Un tempo non era difficile che anche gli italiani venissero doppiati, ad esempio nel caso di accenti regionali marcati, problemi audio o di dizione. A opporsi a questa pratica fu soprattutto Gian Maria Volontè alla fine degli anni ’70; oggi un attore italiano ha il diritto di doppiarsi da solo se occorre, a meno che non rinunci e richieda un professionista.
Oltre al doppiaggio di attori o personaggi di videogames e film d’animazione, esiste anche la figura del doppiatore di spot pubblicitari. Si tratta della voce narrante che declama gli slogan delle pubblicità o accompagna i trailer dei film, per radio, TV o cinema.
Il doppiatore può essere impiegato anche come voce di un documentario, o magari nel settore in crescita degli audiolibri.
Infine, esistono altre professioni legate al settore: tra queste l’assistente al doppiaggio, che segue la lavorazione verificando ad esempio il sincronismo, il “dialoghista” che adatta le battute da una lingua all’altra e il direttore del doppiaggio. Quest’ultima figura sceglie i doppiatori e ne coordina il lavoro, controllando e guidando l’interpretazione. In alcuni casi è a sua volta un doppiatore o un attore.
Per muovere i primi passi è possibile contattare gli studi che svolgono servizi di doppiaggio, cercando i recapiti online. Un sito web o blog personale rappresenta un valido strumento per pubblicizzarsi, complementare all’invio del curriculum vitae. Intraprendere questo percorso non è semplice, ma si tratta di una professione che può dare grandi soddisfazioni a chi ama il cinema, la tv e la recitazione in generale.