5 borghi toscani da visitare in autunno
di Virginia Torriani
Il cambio di stagione, con le temperature che si abbassano, ma che ancora sono piacevoli, la natura che cambia volto, regalando suggestive e calde sfumature, il piacere della tavola e la scoperta di piccoli borghi ricchi di storia e di arte. La Toscana in autunno sa regalare davvero grandi emozioni.
Ecco 5 mete per trascorrere altrettanti indimenticabili weekend fuori porta.
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San Gimignano
Sulla strada tra Firenze e Siena sorge uno dei borghi più apprezzati nel panorama internazionale. San Gimignano è entrata a far parte del patrimonio Unesco nel 1990. E’ chiamata anche “città delle torri”: in origine ne vantava ben 72, oggi ne restano 14. Tra queste, c’è la Torre del Diavolo, che deve il suo nome al proprietario che, di ritorno da un viaggio, disse di aver trovato la sua torre più alta, attribuendo quest’opera al demonio. Il borgo è rimasto pressoché identico dal 1400, le sue fonti pubbliche di acqua potabile ad esempio sono fruibili dal Medioevo. Perla della città è sicuramente il suo Duomo, in cui sono conservati importantissimi dipinti di maestri della scuola senese del XIV secolo. San Gimignano è inoltre conosciuta per un ottimo vino, il Vernaccia di San Gimignano, che viene prodotto solo ed esclusivamente sui piccoli colli della città e risale addirittura al ‘200.
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Pitigliano
Pitigliano, piccolo borgo arroccato sul tufo, è un gioiello dell’alta Maremma. Conosciuta anche come la “Piccola Gerusalemme”, per la sua storica comunità ebraica, ospita ancora oggi un ghetto e una sinagoga che si possono visitare. Dalle antiche strade di pietra del paese si gode un panorama mozzafiato. Abitata già dall’epoca degli Etruschi, la zona fu governata per secoli dalla famiglia degli Orsini, per poi essere annessa al Granducato di Toscana solo nel 1604. La sua travagliata storia ha fatto sì che il centro storico fosse caratterizzato da una serie di costruzioni, religiose e non, che ad oggi hanno permesso il suo inserimento all’interno della lista dei Borghi più belli d’Italia.
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Pienza
Sulla cima di un colle a pochi chilometri da Montepulciano sorge la bellissima Pienza, la città ideale del Rinascimento. Fu Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II, a creare questo incantevole borgo, affinché incarnasse i principi ideali dell’epoca rinascimentale italiana. Sotto le abilità dei maestri Rossellino e Alberti, nacque poi l’armoniosa cittadina di Pienza. Famosissimi la Cattedrale dell’Assunta, che custodisce preziosi dipinti dell’epoca, il giardino sospeso della Loggia, che offre un panorama su tutta la val d’Orcia, e il sontuoso Palazzo Piccolomini. Fulcro della cittadina è la centralissima Piazza Pio II, circondata da Palazzi in travertino color miele. Imperdibile inoltre il golosissimo pecorino di Pienza, da gustare in una delle osterie tipiche della cittadina.
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Suvereto
Suvereto, piccolo borgo in provincia di Livorno, risalente al 973, è una vera perla dove si potrà godere di una bellissima vista sul mare e sulle colline. I suoi vicoli fatti di case di pietra e di palazzi storici lo rendono un luogo incantevole. Meritano una visita: la Pieve di San Giusto, la Rocca Aldobrandesca, il Palazzo del Comune, la Fonte degli Angeli. Sede di alcune importanti aziende vinicole, impossibile evitare un passaggio, in questo periodo di vendemmia, in una delle cantine della zona. Il nome del Comune deriva dal latino suber, “sughero”, per cui Suvereto è il “bosco di sugheri”. Del comune fa parte il Parco Naturale di Montioni, caratterizzato da una ricca fauna e da monumenti dell’epoca napoleonica, come le terme “della Baciocca” e un obelisco commemorativo dedicato a Elisa Bonaparte, principessa di Lucca e Piombino.
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Poppi
Il borgo di Poppi – curioso nome probabilmente derivato dal termine arcaico poplo, cioè colle – è inserito all’interno dell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. La storia del paese è legata a quella della famiglia che lo dominò, i conti Guidi, a cui si deve la costruzione del borgo medievale così come lo si può ammirare oggi. All’interno del Castello di Poppi soggiornò nel 1307 e poi nel 1311 il poeta Dante Alighieri che, leggenda vuole, qui compose il XXXIII canto dell’Inferno.