5 grandi pittori impressionisti
di Ugo Cirilli
Catturare la magia di un paesaggio nella luce di un momento particolare del giorno, così come s’imprime nei sensi dell’osservatore. Dipingere possibilmente all’aperto, rapidamente, prima che l’incanto svanisca. Da queste premesse nacque un’importante corrente artistica: l’impressionismo. Nella seconda metà dell’800, a Parigi, un gruppo di giovani artisti anticonformisti decise di rompere le rigide regole della pittura dell’epoca. Nacque uno stile fatto di pennellate decise, tratti ampi, colori non fusi delicatamente ma accostati in contrapposizioni d’effetto. Quella corrente, così all’avanguardia per il periodo, non riscosse agli inizi un grande successo. La prima mostra e la prima vendita di dipinti impressionisti ottennero scarsi riscontri, permettendo appena agli artisti di ripagare i costi delle cornici. Il tempo, però, ha dato loro ragione: quei pittori innovativi hanno lasciato una traccia indelebile nella storia dell’arte.
Conosciamo cinque grandi protagonisti dell’impressionismo.
Claude Monet (1840 – 1926)
Il suo celebre dipinto “Impression, soleil levant”, un’alba suggestiva, intensa e rarefatta allo stesso tempo, diede il nome al movimento. Claude Monet è noto anche per i suoi affascinanti dipinti a tema naturale, spesso raffiguranti gli ambienti del suo curatissimo giardino orientale a Giverny, tuttora esistente. Ne sono un esempio le “Ninfee” del grande quadro che è stato protagonista, quest’anno, di un’esposizione a Genova. Un impressionista che seppe rappresentare con uguale forza espressiva il relax della natura e la frenesia della vita urbana moderna.
Paul Cézanne (1839-1906)
La pittura di Paul Cézanne ebbe inizio seguendo stilemi classici, abbracciò le idee impressioniste e cercò poi di spingersi oltre. Per Cézanne era il colore l’elemento che conferiva spessore e forma ai soggetti. Meno importante era la prospettiva, che nei suoi dipinti appare talvolta reinterpretata e stravolta, come unendo più punti di vista. Alcuni esperti lo considerano pertanto un post-impressionista anticipatore del cubismo. Tra le opere più note di questo artista, deciso a cogliere l’essenza della realtà, troviamo “Le grandi bagnanti” e “I giocatori di carte”. Una curiosità: sembra che la sua famiglia avesse radici italiane e il cognome originario fosse “Cesana”.
Berthe Morisot (1841-1895)
Gli artisti impressionisti non erano solo uomini: Berthe Morisot fu un’esponente femminile di spicco, sia a livello artistico che per il suo ruolo nello sviluppo dell’ambiente culturale. Cognata del pittore Manet, considerato un precursore dell’impressionismo, Morisot si distinse per una pittura dai toni poetici e raffinati, con le sue immagini di giovani donne in abito elegante o in scene di vita domestica. Ne è un esempio “La culla”, raffigurante la sorella Edma con la piccola figlia Blanche. Uno stile attento anche all’aspetto psicologico, per una pittrice appassionata di letteratura che aveva tra gli amici scrittori come Stéphàne Mallarmé.
Pierre Auguste Renoir (1841-1919)
Ai paesaggi tipici di molte opere impressioniste, Renoir preferiva le animate scene di vita mondana e cittadina. Emblematica del suo stile è la folla danzante raffigurata in “Bal au moulin de la Galette”, in un trionfo di colore e dinamismo. Nella sua vastissima produzione, il pittore contemplò comunque una notevole varietà di soggetti, dalle nature morte al ritratto e all’autoritratto. Seguendo un’ispirazione instancabile, continuò a dipingere anche in età avanzata, arrivando a legarsi il pennello alla mano per sfidare gli impedimenti dell’artrite reumatoide. Realizzò più di 5000 opere.
Edgar Degas (1834-1917)
Raffinato e di origini nobili, Degas abbracciò l’impressionismo ma ne prese anche le distanze, da alcuni punti di vista: ad esempio non amava la pittura all’aperto e preferiva rappresentare ambienti chiusi, con soggetti soprattutto femminili. Spesso non dipingeva dal vero, ma ricostruiva le scene attraverso le pose delle modelle in studio. Divenne noto come “il pittore delle ballerine” (tra le sue opere più note troviamo “La lezione di danza”), ma rappresentò anche altri soggetti. Tra questi i cavalli al galoppo, ma anche la perdizione dovuta all’alcolismo nel famoso quadro “L’assenzio”.