T-shirt che sollevano l’umore!
di Virginia Torriani
T-shirt che sollevano l’umore, facendosi portavoce di uno stile informale e rilassato. Le magliette con gli smiley o con frasi e immagini di ottimismo e positività sono veri e propri capisaldi dell’abbigliamento estivo. Amatissimo dai giovanissimi, questo genere di indumenti è in realtà un ever green che si apprezza a tutte le età, basta fare sfoggio, assieme alla t-shirt, di un briciolo di ironia e senso dell’umorismo.
A fare da apripista è stato lo smiley, la faccina gialla e nera con occhi e sorriso, vero e proprio simbolo codificato, che racchiude in sé la cultura pop e in seguito underground degli anni ’80 e ’90.
L’invenzione dello storico smiley per la verità è piuttosto controversa. Secondo una prima teoria l’ideazione della faccina gialla col sorriso si deve a Harvey Ball, che l’avrebbe inventata nel 1963 per una campagna pubblicitaria di una compagnia di assicurazioni di Worcester, la State Mutual Life Assurance. Ball però non registrò mai l’immagine come marchio così lo smiley rimase di pubblico dominio negli Stati Uniti. Dando credito a un’altra versione, la paternità dello smiley sarebbe da riconoscere a David Stern della David Stern Inc., un’agenzia pubblicitaria con base a Seattle.
Stern secondo alcuni resoconti sviluppò la sua versione della faccia sorridente nel 1967, come parte di una campagna pubblicitaria per la Washington Mutual, ma anche lui non pensò di registrarla.
Indipendentemente dalla sua origine creativa lo Smiley diverrà un marchio registrato solo nel 1971, grazie a Franklin Loufrani, proprietario di Smileyworld Ltd, che ne acquistò i diritti di utilizzo in più di 100 paesi per 25 classi di prodotti e servizi.
La popolarità dello smiley raggiunse però il suo apice solo nei primi anni ’80 grazie a due fratelli, Murray e Bernard Spain, che la impiegarono in una campagna per vendere oggetti di bigiotteria.
I due produssero bottoni, tazze per il caffè, t-shirt, etichette adesive e molti altri oggetti decorati con il simbolo e la frase “Have a happy day”, ovvero “Passa una bella giornata”.
L’evoluzione della grafica dello smiley è passata poi negli anni ’90 attraverso la cultura grunge, che lo ha ridisegnato con le x al posto degli occhi, facendone un simbolo del movimento incarnato sulla scena musicale dai Nirvana.
Dagli anni ’90 ad oggi si continua a sintetizzare il proprio umore con una faccina su una maglietta. Nel 2020 non c’è però più soltanto lo storico smiley, bensì le Emoticons.
Le t-shirt con le grafiche utilizzate per scambiare messaggi sullo smartphone oggi spopolano tra i teen-ager, che amano indossare i simboli propri del loro modo di comunicare.
Non solo. Le t-shirt in questi ultimi anni si sono arricchite anche di veri e propri slogan per invitare a un atteggiamento positivo e ottimistico. Qualche esempio? “Be kind”, “No drama”, “Good Vibes Only”… Le frasi del buon umore vengono poi spesso accompagnate da immagini e stampe evocative: un cuore, un quadrifoglio, arcobaleni e unicorni rientrano ormai a pieno titolo nell’iconografia delle magliette che mettono di buon umore.