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2 Febbraio 2022

 

Gennaio 2001, la nascita di Wikipedia

 

di Ugo Cirilli

 

Vent’anni fa nasceva un progetto destinato a rivoluzionare la condivisione e la fruizione del sapere: Wikipedia, la più famosa enciclopedia online.

Inizialmente la società americana Bomis, proprietaria di un portale di ricerche online, aveva lanciato Nupedia: un’enciclopedia libera ma non aperta al contributo di tutti gli utenti.

Le voci erano infatti elaborate da esperti dei vari settori. Il progetto presentava comunque caratteristiche piuttosto innovative: trattandosi di un’iniziativa web, lo spazio era praticamente illimitato e poteva intervenire un ampio gruppo di collaboratori.

Eppure, Nupedia iniziò presto a incontrare difficoltà: essendo pur sempre un’enciclopedia compilata e revisionata da esperti, le ricerche per realizzare le varie pagine richiedevano tempi lunghissimi. Basta pensare che in due anni apparvero online appena 24 voci.

 

 

Alla Bomis lavoravano Jimmy Wales e Larry Sanger, il primo co-fondatore e CEO, il secondo redattore capo: i futuri ideatori di Wikipedia. Analizzando le problematiche riscontrate da Nupedia, iniziarono a elaborare un progetto alternativo.

Se la revisione scrupolosa da parte di un team di esperti aveva dilatato enormemente i tempi, forse era il caso di sperimentare un modello diverso.

Nacque così Wikipedia, che Wales e Sanger lanciarono in lingua inglese nel 2001.

Un’enciclopedia completamente online come Nupedia, ma basata su un’impostazione nuova, che non mancò di suscitare qualche perplessità: chiunque poteva caricare contributi e voci, non solo gli esperti dei vari ambiti.

Quest’idea rivoluzionaria, quasi spiazzante rappresentò la chiave di un successo enorme: mentre Nupedia chiuse nel 2003, Wikipedia già in quell’anno aveva raggiunto le 100.000 voci in lingua inglese.

 

La velocità nel nome (e nella crescita)

Il nome Wikipedia deriva dalla parola hawaiana “Wiki” (veloce) e dal suffisso “pedia”, derivante dalla parola greca “paidèia” (educazione, formazione).

E veloce è stata anche la crescita dell’enciclopedia: già nel 2001 nascevano le edizioni in italiano, spagnolo, catalano, francese, tedesco, svedese e portoghese.

Nel 2003 la versione in inglese arrivò a contare 100.000 voci. A fine 2004 erano ben 500.000.

Nel 2005 Wikipedia incontrò un periodo difficile a causa del cosiddetto “scandalo Seigenthaler”: un utente pubblicò un articolo calunnioso sul giornalista e politico americano John Seigenthaler, che denunciò l’accaduto attraverso la testata USA Today.

Si aprì un acceso dibattito: era ammissibile che chiunque potesse compilare pagine Wikipedia, anche persone prive di adeguate conoscenze o, come in quel caso, in malafede?

Lo staff reagì introducendo nuove misure di sicurezza e controllo dei contenuti, che ridussero le azioni “di disturbo”.

L’episodio non arrestò la crescita del portale, che nel 2007 superava i 5 milioni di utenti registrati. Alla fine dell’anno la versione italiana contava circa 390.000 voci.

 

 

Wikipedia dal Guinness dei Primati all’arte

Nel 2008 il Guinness dei Primati dichiarò Wikipedia la più grande enciclopedia del mondo e nel 2014 venne inaugurato il primo monumento a tema, nel comune polacco di Slubice.

Alto 170 cm, in laminato, raffigura il logo dell’enciclopedia online, un globo formato da tasselli, sorretto da figure umane.

Come spiegato dall’autore dell’opera, Myran Hakobyan, si tratta di un omaggio ai tanti collaboratori sparsi per il mondo che contribuiscono a diffondere la conoscenza.

 

 

Nel 2015 l’artista Michael Mandiberg ha dato vita a una singolare mostra-performance a New York: una rappresentazione di un’ipotetica versione cartacea di Wikipedia.

Stimando che l’intera mole di dati occuperebbe 7600 volumi, ha esposto i dorsi di 1980 tomi e ne ha stampati 106, pronti per la consultazione.

La mostra era accompagnata dal caricamento dei file di Wikipedia su una piattaforma print-on-demand, così i visitatori potevano stampare le parti che desideravano.

Difficile che qualcuno abbia richiesto l’intera enciclopedia in cartaceo, poiché si è stimato simbolicamente che l’operazione avrebbe un costo attorno ai 500.000 dollari.

L’artista ha spiegato che la sua opera è una duplice riflessione, sull’impossibilità di trasformare Wikipedia in oggetti concreti e sulla forza di una piattaforma in continuo aggiornamento.

Un elemento che la distingue nettamente dalle enciclopedie tradizionali, che una volta stampate non sono più modificabili.

 

 

Un contributo dallo spazio

Nel 2017 Wikipedia è protagonista di un altro evento sorprendente: qualcuno, per la prima volta, invia un contributo dallo spazio.

Un extraterrestre amante del sapere? No, si tratta di esseri umani. L’astronauta Paolo Nespoli registra un file audio dalla Stazione Spaziale Internazionale e un collaboratore lo carica online.

Negli anni successivi l’enciclopedia non ha smesso di crescere; basta pensare che oggi, ad esempio, la versione italiana conta oltre 1.700.000 voci.

Un boom alimentato dall’impegno dei tanti wikipediani, come si chiamano i contributor: ormai una vera, grande community globale.

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