La Mantella
di Virginia Torriani
E’ uno di quei capi dal sapore un po’ retrò, che, se ben abbinato, regala immediatamente una dose extra di fascino e ricercatezza. La mantella sta vivendo a tutti gli effetti una nuova età dell’oro: complice una straordinaria versatilità è capace di dar tono e sostegno a un intero look.
La storia
L’origine di questo indumento è piuttosto antica e si può a ragione dire che sia stato ininterrottamente presente nei guardaroba europei dal Medioevo ad oggi. Non a caso nei secoli ha conosciuto diversi nomi – cappa, tabarro, poncho, pellegrina, bolero – e altrettanti stili.
Vale la pena ricostruirne la storia (e la fortuna) per lo meno dell’ultimo secolo: fu Paul Poiret, geniale sarto parigino della Belle époque, a cambiare per primo le forme della mantella, modificandola sostanzialmente rispetto al capo da sera che nell’Ottocento veniva sfoggiato dai dandy dell’epoca e ridefinendola come un indumento da indossare indistintamente sia nelle grandi occasioni che come mise da giorno.
Nel passaggio di consegne ai grandi couturiers del ‘900 – su tutti Dior e Balenciaga – la cappa inizia ad essere proposta come coordinato al tailleur o come manteux sofisticato per le occasioni di gala. Alla fine degli anni ’50 la mantella si accorcia, diventa mini, mentre negli anni ’60 accoglie le linee geometriche e le forme essenziali tipiche del periodo.
La moda, da sempre specchio dei tempi, nel decennio successivo abbraccia la cultura hippie e la cappa assume così le forme e le dimensioni di un poncho e lo stile delle produzioni tessili peruviane. Negli anni ’80 la mantella si fa le spalle larghe, imbottisce le spalline e diventa un capo di autoaffermazione e potere, accogliendo tutta l’energia dei colori dell’epoca.
Gli anni ’90 la richiamano quindi al rigore e al minimalismo che li contraddistinguono e così la storia della mantella va avanti, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui sostanzialmente vale ogni stile.
Quando e come indossarla
Da giorno e da sera, lunga, midi o corta. Dai volumi over o squadrati. In tweed, in lana morbida o in prezioso cachemire; la sera in tessuti più strutturati o in seta. Da avvolgere con disinvoltura attorno al corpo o da lasciare morbida e aperta. Tutto dipende dalle occasioni, dalla propria corporatura e da ciò che si indossa.
In linea di principio la mantella corta – con l’orlo tra la vita e i fianchi – è la scelta vincente se si vogliono mettere in risalto le gambe e distogliere l’attenzione dal punto vita. Sta bene sia con le gonne, che con un paio di pantaloni a sigaretta o skinny.
La mantella midi può arrivare fino al ginocchio e si indossa sia con abiti che con pantaloni taglio regular; l’indumento così proporzionato non slancia particolarmente la figura ma può essere ingentilito otticamente allacciando una cintura in vita.
La mantella lunga conferisce un fascino e un mistero tutto a sé e, contrariamente a quanto si crede, se si è minute, ma comunque proporzionate, niente vieta di indossarla. Su un look elegante la mantella lunga conferisce immediatamente l’allure di una zarina metropolitana; con outfit sportivi aggiunge invece un tocco di inusuale ricercatezza.